Amo le case.
Ricordo da piccola disegnavo case con l’arco del portone, le finestre grandi e sopra un tetto rosso.
Accanto un albero frondoso è un sole giallo, luminoso. Le case: il mio rifugio, il luogo dove pensare, il posto dei desideri.
La mia casa, la prima dove sono nata, al numero 32 di fianco alla stazione, quella che sogno ancora, che mi appare come allora. Il portone spazioso e la scala decorata stile anni 30. Al secondo piano le stanze, la cucina essenziale e il balcone lungo il muro che comprendeva anche il salotto. Il divano anni sessanta che volle acquistare mamma e il suo pianoforte, lei ci lasciava provare a suonare, ma fu solo sempre e solo lei a mandare le note di Anema e’ core, la canzone che lei e papà adoravano. Poi c’era la stanza dei nonni, i loro mobili e i loro ricordi. Al centro il soggiorno con il tavolo da pranzo e i buffet con il vasellame. Un comodo divano di pelle rosso scuro da cui guardavamo la tv in bianco e nero. Poi la cameretta che dividevo con mia sorella, i letti gemelli e il guardaroba è una scrivania davanti alla porta finestra. Fu una stanza dei giochi e poi nei pomeriggi d’estate ci vide disegnare, d’inverno chine a studiare tra le pareti che coprivo di poster dei cantanti e degli attori preferiti. C’erano le nostre bambole e poi quando ci innamorammo davanti allo specchio passavamo in rassegna i vestiti da indossare . La mia radio sempre accesa, le canzoni che parlavano d’amore e ritrovarvi sempre un nuovo batticuore.
Le prime feste, le amiche ed eravamo felici e semplici, belle anche con poco.La mia casa. Quel profumo di violette tra le mani, nell’erba la prima rugiada. La scala a chiocciola in quell’ora solitaria di un pomeriggio d’estate, m’innamorai di due occhi sorridenti in una sera d’agosto calda come le sue labbra sulle mie. La mia casa e l’abbraccio di nonna, il suo sorriso complice quando assecondava la mia felicità.
E il fischio lungo del treno , la fermata in stazione e quella voglia di libertà .
La maglietta gonfia di vento, i capelli di sale e il bus, le fermate , le risate e la discesa al mare una sola grande, infinita estate chiamata giovinezza.
Una memoria dolce che ti prende la mano e che ti può portare indietro nel tempo: a risentire gli stessi odori, di pulito e di speranza. Abbiamo vissuto in anni simili, gli anni dell’ottimismo e del salotto buono, delle stanze da dividere e dei balconi lunghi e stretti.
Era bello. Eravamo giovani e sentivamo la voglia di vivere che pulsava nel petto.
Nostalgia di quegli anni in cui la vita sembrava dischiudersi ai nostri occhi con lentezza.
Grazie Carla di questo revival
Grazie Pier❤️