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Amori

Lo aveva amato di un amore prepotente e leggero, benedetto da una sensualità spensierata e ineludibile che lo aveva preceduto. C’era stato un tempo abbacinante in cui si cercavano di
continuo, con sguardi e mani incorreggibili, scevri da prudenza o opportunità. Una specie di
trionfo di corpi imperfetti, ma funzionanti che si scoprivano, si arrendevano, si
sorprendevano, mentre imparavano a conoscersi. E a riconoscersi. E poi, complici, si sfidavano ad attraversare le reciproche zone estreme del desiderio, fino a una vertigine di violenza giocosa, goccia luminescente di eccezione che pulsa nel fondo ombroso e sicuro della consuetudine.

Le loro parole, di voce, di carta, di musica, non erano meno intense e molte volte si fondevano come i corpi, ritrovandosi in lontane esperienze comuni e opinioni recenti, contemporanee.

Poi era venuto il tempo di Orfeo.

Di amori così nella vita ne puoi avere uno alla volta. E se vuoi che resti così, a un certo punto devi voltarti a guardarlo, perché finisca. Per salvarlo dalla
quotidianità della normalizzazione.

Lei si voltò.

Lui cercò di trattenerla per un attimo solo, poi la lasciò andare in un per sempre
che sarebbe stato tutto loro, mai scontornato dalle intemperie.
Ora, molti anni dopo, in una piega gentile del tempo, capita loro di ritrovarsi in una situazione familiare, in cui dividono in quattro uno spazio comune. Lei ha dormito poco, il lieve rumore
di fondo prodotto dalla sovrapposizione di mondi un tempo tenuti accuratamente distinti, la risveglia all’alba. Si alza e sorprende il sonno di lui, temporaneamente solitario. Il corpo noto,
levigato dalla penombra, abbandonato sul divano nell’innocenza del sonno. Lo percorre con lo sguardo pacato del ricordo, cercandovi le tracce dell’incandescenza passata. Prima di decidere se sia un riverbero o un desiderio, si china sulle sue labbra sfiorandole con un bacio leggero ma sufficiente al risveglio reattivo di lui.

Altrettanto pacato, tenero e sorridente.

Pubblicato inAmore

3 Commenti

  1. PierluigiDelPinto PierluigiDelPinto

    Mi piacciono le storie d’Amore: mi nutrirei solo di quelle. E leggere le tue storie d’amore è un piacere. Tu lavori con le singole parole come un artigiano esperto e incontentabile.
    E le parole, mai banali, accarezzano il lettore e lo accompagnano ovunque tu voglia.
    Citi Orfeo e, perentoria, assegni alla donna della storia la decisione di “voltarsi”, impedendo all’amore di contaminarsi con la quotidianità.
    È un passaggio ineludibile di ogni storia d’Amore: questo ho sempre pensato.
    Quando Orfeo si volta, contravvenendo al patto con l’Ade, lo fa per timore “di non essere seguito” o perché non riesce a staccare i suoi occhi per troppo tempo dalla sua amata?
    È la paura o la brama eccessiva che chiude l’amore ? Tutti gli innamorati hanno vissuto un momento nel quale hanno rischiato di chiudere l’Amore per la paura che esso alimenta in ciascuno o per l’insaziabilità del desiderio. La tua storia parla a tutti, perciò. E, da generosa scrittrice, offri, nel finale, una speranza di consolazione. È bello leggerti Iaia. Grazie!

    • Iaia Iaia

      Generosa è la tua lettura, caro Pier! I ringraziamenti sono sempre la cosa più difficile da scrivere, non c’è cura artigianale che basti a renderli in un’unica forma asciutti e riconoscenti. Ricevere commenti come i tuoi, Pier, dà senso a un’urgenza espressiva e comunicativa che cerca risonanza nell’altro/a, per riconoscersi umani. E continuare ad aver voglia di cercare le parole giuste per farlo. Grazie!

  2. Dario Dario

    L’ebrezza della bellezza, peccato per la quasi rima che rovina l’effetto. Cogliere la bellezza, vivere la bellezza e poi allontanarsi per paura di rovinarla. Mettere distanza per il timore che svanisca appannata dalla realtà, se poi di sogni o desideri sognati si tratta. Non a caso la bellezza vive al risveglio, e anche lì meglio non soffermarsi troppo, la realtà potrebbe distruggere quello che di enorme ed eterno è stato percepito ed immaginato, forse vissuto, ma per poco, molto poco.
    Per questo io penso a quanti libri e quante storie meravigliose puoi sncora scrivere, Iaia, perché alla fine, la sensazione che rimane è quella di volerne ancora, di questa bellezza. Ma è solo perché io preferisco vivere i sogni nella realtà.

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