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Aspetto l’estate

Aspetto l’estate come non facevo da bambina.

Allora arrivava pian piano. Passava aprile, maggio tra le rose e arrivava giugno. Chiudevo la cartella e indossavo il bikini, le ciabatte le compriamo a Vietri, diceva mamma.

In un portone di un palazzo antico un uomo vendeva ogni tipo di scarpetta e pantofola e infradito per il mare. E così cominciava la nostra stagione dei bagni.

Pigra, calda, assolata, sonnacchiosa, un tuffo e poi il cornetto.

È già settembre domani.

Avere il tempo per riempirsi gli occhi di azzurro.

Aprire le braccia e farsi portare dalla corrente, quelll’onda morbida che sa di sale e ti avvolge i capelli in lucidi rivoli. Ma apro gli occhi al mattino e un nodo mi chiude il respiro.

Ho davanti un’estate brutta, dolorosa, ferite che si riaprono.

Mi vengono incontro alti muri di incomprensione.

Addosso solo tanta voglia di poterne non parlare.

Pubblicato inPoesia

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