25 Novembre 2021
Strette le mani attorno all’esile collo.
_ Come puoi farlo? Come osi farlo?_
Nessuna risposta, solo freddo, tanto freddo.
Dita adunche bloccano le tue braccia, penetrano nelle tue carni e non puoi liberarti.
Canna al vento sei, rigida, sbattuta da mani che avrebbero dovuto elargire carezze.
La tua voce un sussurro:
_ Ti guardo donna muta con gli occhi sbarrati che fissi immobile lo scempio di un corpo, di una figlia che per colpa ha soltanto il disubbidire alla legge del padre_
_ Madre, come hai potuto guardare l’empia morte data a chi avevi dato la vita? Come hai fatto a sopire il mio urlo, il mio pianto, il mio rantolo, il mio silenzio? _
_ Padre, si stringi forte le mani al mio collo, non esitare!
Giudice e carnefice sei di chi avresti dovuto solo amare.
Tu sii maledetto nelle tue ore…
lo dice il mio orgoglio, il mio flebile tempo, la mia voce senza più le parole!_
_ Muoio, io femmina ribelle, al mio cielo avete strappato le stelle.
In nome di quale fede, di quale dio…?
chi può volere lo strazio di questo giovane dolore mio? _
_ Muti voi siete, ormai lontani…
Cade il mio corpo, fuscello inerte,abbandonato dalle vostre mani. Nero è il velo di queste ore corte…
Non importa ora son figlia della morte…
E mentre il mio corpo conosce l’onta della dissoluzione,
per voi…c’è l’assoluzione!
Quanta ragione assurda, non è questa la mia religione!
L’avete interpretata male!
Che importa… volo libera ormai, sono un aquilone!_
Foto web
Dal caso della ragazza uccisa in Pakistan familiari prima rei confessi e poi assolti
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