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Bocca cucita

Se penso a quel gesto che mi faceva ridere tanto tempo fa, quando bambina parlavo a sproposito e mia madre faceva il gesto della cerniera sulle labbra, rido ancora adesso.

“Bocca chiusa” diceva, e mi toccava tacere. La vivevo come una violenza ma era solo un limite alla mia esuberanza.

Altra cosa è quando le labbra vengono cucite, letteralmente. da un marito violento e torturatore.

Per 19 anni l’ha sopportato, ha subito ogni sorta di violenza e umiliazione e io mi domando, ma come ha fatto? A quale stadio di paura, di rassegnazione era giunta questa donna?
Ancora una volta mi tocca sottolineare lo strano rapporto che si instaura tra torturatore e vittima.
La mancanza di ribellione, l’accettazione delle violenze, inebetiscono e spersonalizzano la vittima.

Si diventa fragili, quasi passive, chi tortura gode di quella debolezza e si gratifica del dolore che impone. Un uomo violento non sceglie mai donne forti, sa che non ce la farebbe a piegarle, le sceglie fragili, innamorate, spesso disoccupate, caratteristiche che le rendono dipendenti, esposte, facili da distruggere.

Si. Perché l’intento è quello; distruggere, fare a pezzi l’autostima, sbriciolare l’orgoglio, rendere asservita una volontà.

Come si spiegherebbe un atto simile? Quale finalità potrebbe nascondere?

L’abiezione di un violento raggiunge il culmine quando trova sponda, quando qualcuno (in questo caso la madre) lo giustifica e lo difende.

Bisognerebbe condannarli assieme e metterli nella stessa cella. Resta il fatto che una donna si è lasciata annullare, resta il fatto sconcertante che non ha tentato neanche di denunciarlo e questo non è AMORE, questa è la peggiore forma di rassegnazione, troppo vicina all’annientamento totale.

Come diceva un certo Morrison, meglio morire in piedi che strisciare, e io aggiungo, meglio morire mentre ti difendi con qualunque mezzo ma mai farsi cucire le labbra, passivamente! MAI

Pubblicato inDonne

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