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Casa “al buio”

È ora di cambiare: ho bisogno di una nuova casa. Piccola, ma non troppo, con tutto il necessario per ospitare me, lui, i miei libri, i miei gatti, i miei ricordi…
Quindi mi sono informata. Già da un po’, ad onor del vero, un bel po’! In svariate Agenzie.
Ma innanzitutto devo vendere il mio appartamento, o non riuscirò a pagare. Mai!
E già questa è un’impresa chilometrica e titanica! Perché fino a che non vendo, non compro!
Quindi l’eventuale casa che mi piacesse dovrebbe stare in standby fino a quando non avessi i soldi per dire “è mia!”.
Ma è una roulette russa: se mi andasse dritta, e vendita e acquisto coincidessero, sarei molto più che fortunata!
In questo intrigo malsano, anzi girotondo da far proprio girare la testa, ho visto gli immobili più disparati.
Bello, ma decrepito, da buttare giù e rifare.
Bello, ma da ristrutturare.
Bello, ma dove metto le librerie? E il pavimento regge? E il massetto, sotto la moquette, dov’è?
Bello, ma perché la cucina a trapezio? E la camera a triangolo?
Bello, ma i fiori nel giardino ci stanno?
Bello, e che vista: sui calcestruzzi di un’impresa edile! Super siepe da piantare per credere di essere in un bosco, è il suggerimento…
Bello, tutto, ma quanto costa!
“Forse potrei, magari con un piccolo mutuo, ma può attendere che… venda?”.
“Attendo, ma fino al prossimo offerente, ovvio”.
“Giusto…”.
Dunque, in questa falsa crisi economica, in cui mi sembra di essere l’unica che non può permettersi, per i prezzi da vertigine sia di baracche sia di ville, io continuo imperterrita a rinunciare al superfluo, a mettere da parte, a dirmi che è possibile. Possibile prima cioè di diventare troppo vecchia, e questo è il momento. Perché si sa la fatica di rinnovare un’abitazione, e di trovare gli operai, ormai merce di lusso, di un trasloco, etc. etc.

Poco tempo fa, in una delle mie tante visite senza speranza, verso l’imbrunire, è scoppiato un temporale e la luce se ne è andata. Buio pesto anche di fuori.
L’agente, giovane e simpatico, e inesperto, mandato un po’ allo sbaraglio dalla madre a imparare il mestiere, non si è però perso d’animo.
Ha chiuso tutte le finestre, è corso in macchina, ha preso una pila, e ha ricominciato da dove si era interrotto.
Io non vedevo nulla, intuivo…
Per capirci, comprare una casa a “lume di pila”, non è il massimo.
Lo seguivo mentre con entusiasmo mi illustrava e valorizzava lavanderia, garage, magazzino: grandi spazi sotto il piano nobile, proprio dove io, in effetti, già sognavo di mettere le cose a me più care, ma non di prima utilità.
Grandine, grandine e grandine sul tetto di lamiera…
L’acqua ha cominciato, timida, ad entrare da sotto il basculante. Timida, ma determinata. Schiuma sul pavimento, e una finestra rotta sbatteva.
Imbarazzo.
Lui mi ha guardato, quasi chiedendo, a me, “e ora che facciamo?”.
Ho cominciato perciò a tranquillizzarlo, a dirgli che capita, che una volta, a causa di una bomba d’acqua improvvisa, persino nel mio garage quasi si nuotava.
” È vero, è vero… “, diceva lui,” anch’io so di… E poi, con il cambiamento climatico, siamo tutti a rischio…”.
Fatto sta che il temporale non finiva, non era veloce, fulmineo, come di solito accade.
Di fuori, acqua alta a Venezia: impossibile uscire!
Così abbiamo risalito i pochi gradini interni verso la cucina e trovato due sedie.
Mi ha visto come una mamma, una donna adulta comprensiva e gentile?
Non lo so, ma mi ha raccontato la sua giovinezza, le sue pene d’amore, le sue paure.
Io l’ho accolto e ascoltato. Mi sono persino commossa.

E un consiglio ve lo do: se volete essere certi di ciò che comprate, soprattutto se vi costa tanta tenacia, sollecitudine e sacrificio, come nel mio caso, visitate le case durante un temporale!

Immagine tratta dal web.

Pubblicato inDonne

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