Era fiorito il salice.
Lumache strisciavano ai suoi piedi.
Lo ornavano con arabeschi motivi.
Haiku della bellezza
di Lulamae
Cercavo la bellezza.
Più di ogni altra cosa.
Nelle strade affollate, nelle chiese cupe e sacre, nei prati fioriti, nel mare in tempesta.
Cercavo il bello tra la gente, elegante e distinta o affannata e stanca.
In un quadro che stordisce e ti divora dentro, in un libro che ti ammalia e risucchia tra le pagine.
Entrai quel giorno, e ti vidi.
Entrai da una porta stretta, scomoda.
Eri seduto, la schiena curva, la testa tra le mani.
Non ti accorgesti subito di me, quindi continuai a guardarti.
Eri illuminato, solo tu, nel buio della cripta, da una luce intensa, che penetrava da una finestrella gotica ad arco acuto.
Tu la luce, il resto ombra.
Tu, disperato ma abbagliante.
Alzasti la testa, lacrime scorrevano sul tuo volto.
Mani grandi, forti, si strinsero a pugno, perché eri stato scoperto nel tuo dolore, ti eri mostrato a me, sconosciuta, nella tua debolezza.
Rimasi ferma, in piedi, mentre le tua dita si scioglievano, il busto scivolava e si appoggiava affranto allo schienale.
Mi avvicinai, per sedere con te, senza parlare, e poi prendere nelle mie quelle tue mani arrese.
Fu quel giorno che incontrai la bellezza.
Fu da quel giorno che ogni angolo del mondo diventò incanto.
Foto di Lulamae
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