Non c’è un corpo uguale all’altro.
Note acute, note distorte li vedono muoversi senza fatica.
Ballerini danzano, cadono a terra, si abbracciano, si toccano, si stagliano all’orizzonte con le gambe tese, staccano le braccia e le lanciano al cielo.
Predisposti ad esprimere la fisicità, a richiamare l’uno le membra dell’altro.
La grazia, l’eleganza, l’esuberanza.
Voler eguagliare l’eternità.
Non esiste morte, né malattia, solo energia.
Interpretano il male del mondo, ma lo lasciano a noi, rigidi ormai nella fodera polverosa e stantia.
Movimenti veloci… Veloci.
A piedi nudi calpestano, opprimono il pavimento freddo.
Si muovono, e i muscoli si tendono, fino a far male.
Le facce doloranti, sudanti.
Le bocche aperte, un urlo vorrebbe uscire.
Ora una musica tribale li rende crudi e sconosciuti.
Si chiude il sipario
Disegno di Lulamae.
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