Io non so dare una risposta, una definizione concisa ed esaustiva a questa domanda. Posso solo sfogliare le pagine dalla mia giovinezza per cercare di ricordare come mi sono imbattuto con l’amore. Giorni tessuti come fili di ragno, per cercare di trattenere in una rete tutti i sogni che l’hanno attraversata. E con il susseguirsi delle stagioni, i fili sono diventati sempre più saldi, leggeri come seta e resistenti come acciaio. Così mi sono trovato con il cuore dentro un bozzolo, sperando che il suo respiro potesse asciugare quelle gocce di rugiada, che su di esso scivolano come gli anni che sono passati. Ho aspettato così, sperando che la luce dei suoi occhi potesse tagliare quello scudo di seta ed acciaio. Anni su anni, fatti di tanti “se” , fatti di “dai”, fatti di sù. Mi specchio e non non vedo, mi vedono gli altri ma non io. Mi sono sentito come un ologramma in un mondo fatto di risa, di sofferenze, di delusioni, di forza e coraggio, ma solo l’ologramma di me stesso. Rassegnato? Non lo so, come può un ologramma rassegnarsi ed allora il mantra diventa “cosa vuol dire amare? “. Mi incontro così con il tempo, che mi guarda e forse in momento di insensata pietà mi sfiora e io mi perdo d’incanto in quel sorriso, in quei capelli ricci, in quella gonna a pieghe, leggera come i miei ricordi. Si, è davanti a me, sento il suo profumo. Quel bozzolo si apre come un vecchio scrigno, ho paura di aprire le ali ancora bagnate dalla rugiada, sono libero.
Che vuol dire amare? Forse sentirsi libero di perdersi tra le sue braccia e forse poterla guardare come si guarda il cielo.
(il Nautiere)
Foto di Çocuk Olmak
Cosa vuol dire amare?
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