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Covid e Nuvole

Sin da bambino per me lo scrivere è sempre stato un “balsamo per l’anima”, quello che mi ha permesso di “elaborare” anche i momenti peggiori, riuscendo spesso ad esercitarci sopra pure ironia e soprattutto autoironia.
E poi, in assoluto, mi piace “raccontare storie”, ancora di più se direttamente vissute.
E quindi, tanto più per il fatto che, in questo momento particolare parlando in qualche modo di Covid, la cosa può risultare ai più interessante … e che, superata la grande paura vissuta non solo per me stesso, può oggi pure apparire un pò comica …. me ne strafrego pure del fatto che probabilmente ci faccio un pò la figura del coglione … oltretutto credo che chiunque ci sarebbe cascato … così come credo che “nei sentimenti” tutti finiamo per essere un pò coglioni … sennò, che “sentimenti” sono ?

Siamo alla seconda settimana dello scorso novembre. Da lunga pezza ho una relazione alquanto tormentata con una signora romana, io invece, più o meno dallo stesso periodo, mi sono trasferito in un paesello comunque non lontano da Roma.
Siamo appunto alla seconda settimana di novembre e con la signora, per motivi disparati, non ci vediamo dal 31 Agosto, data del mio compleanno.
Nell’ impossibilità al momento di poter usare, anche se tutto siamo meno che “amanti clandestini”, io divorziato e lei comunque separata da tempo immemorabile, le proprie rispettive residenze ( e si, da quando nei mesi estivi ho perso entrambi i genitori, un punto di appoggio teorico a Roma ce l’avrei anche io ), concordiamo telefonicamente che io vengo a Roma e mi stabilisco per qualche giorno in un albergo …. cosa che faccio il mercoledì di quella settimana, prendendo alloggio in un hotel della zona Boccea/Pineta Sacchetti. E la sera stessa ci vediamo, ceniamo allegramente in una trattoria del quartiere Prati, ma al termine della cena lei è visibilmente stanca ( ancora svolge un lavoro assai impegnativo mentre io, vivaddio, da settembre sono un regolare pensionato Inps ) e si concorda di rimandare altre cose a due sere dopo, al venerdì, con la prospettiva poi di passare insieme il fine settimana.
Pur leggermente contrariato da questo rinvio, cerco di passare tranquillamente la giornata del giovedì, passeggiando per il quartiere dove sta l’albergo, riscopro così la estrema bontà del caffè
della torrefazione Castroni che avevo nel tempo dimenticato e ne faccio larga provvista per portarmela al paesello, giracchio per vetrine onde prendere ispirazione per i regali del prossimo Natale, sbrigo una commissione alla posta che avrei anche potuto tranquillamente rimandare nel tempo, vado persino a rivedere la vecchia succursale di liceo ( ora un asilo nido ) nella quale ho conseguito una vita fa la maturità classica e dove peraltro ho conosciuto, sempre una vita fa, la signora in questione, poi re-incontrata con relativo idillio oltre 40 anni dopo …
Nel pomeriggio inoltrato vado a mangiare qualcosa al Mc Donalds all’inizio di Via Aurelia, nel girovagare ho saltato il pranzo, e qui vengo raggiunto da un messaggio telefonico con allegato un documento in Pdf. Ho dimenticato gli occhiali in albergo e lì per lì capisco solo che il messaggio è opera della signora. Finito il frugale pasto, torno all’hotel a recuperare gli occhiali e leggo finalmente il messaggio che in realtà si riduce all’allegato, un documento di una farmacia della zona romana denominata Collina Fleming che attesta l’esito di un tampone lì effettuato secondo il quale la signora in questione è positiva al Covid19.
Panico totale. La sera prima abbiamo cenato insieme e almeno un bacio ci è pure scappato. Vado subito ad effettuare pure io un tampone nella prima farmacia che incrocio ( per fortuna a novembre non c’erano le file che ci sono oggi ) che per fortuna risulta negativo. Ma il farmacista mi dice chiaramente che la cosa significa poco e che sarà bene fare un altro controllo nei giorni successivi, telefono alla signora che sia pure con voce alquanto sofferta cerca di tranquillizzarmi, ha solo la febbre molto alta ed a questo punto, però , mi pongo il problema di cosa fare io e mi sembra giusto e corretto informare della situazione il direttore dell’ albergo, direttore che a sua volta “allarma” tutto il personale col quale in quelle ormai 36 ore di permanenza sono venuto in contatto. Immagino tutti subito a fare a loro volta il tampone.
Dopo una notte ovviamente insonne, ricevo la visita in hotel di due poliziotti che mi chiedono ulteriori notizie, non posso fare a meno di indicare la trattoria dove abbiamo cenato ( e pure lì immagino si sarà poi sparso un discreto allarme con identiche conseguenze sul personale ) ma riesco invece ad essere evasivo sulla identità della signora, parlo di incontro occasionale, “volevo provarci ma è andata buca, so solo il nome di battesimo che mi ha detto e che è a Roma solo di passaggio, dalla pronuncia mi sembrava veneta”. Ci cascano e riesco a non approfondire, con terrore però che chiedano di esaminare il mio cellulare, cosa che per fortuna non fanno.
Passato il momento di questi antipatici adempimenti, mi scuso col direttore, che comunque mi dice che tutti i tamponi effettuati dai dipendenti ed anche da lui sono risultati per fortuna negativi ma che anche loro dovranno effettuarne altri nei giorni a seguire, mi riprendo la macchina e me ne torno al paesello dove mi pongo ( per fortuna il frigo è pieno ed ho comprato a Roma una stecca di sigarette) in volontario autoisolamento fino al prossimo tampone che vado a fare a Tivoli tre giorni dopo e che pure questo risulta negativo. Non contatto più la signora anche perchè il cellulare mi segnala un intasamento della memoria che di fatto lo rende inutilizzabile. Ci riesco solo con difficoltà qualche giorno dopo in Messenger e mi dice comunque che pur continuando ad avere febbre ed essendo risultata ancora positiva ad altro tampone effettuato sta un pò meglio ed un pò mi tranquillizzo pure per lei.
Faccio ancora un altro tampone una settimana dopo, anche questo negativo. E mi dicono che posso finalmente tornare ad uscire, frequentare gente sia pure con cautela ecc.ecc.
Ed allora comincio pure a pormi il problema del telefonino, oltretutto ho da poco cambiato gestore e nel cambio ho perso larga parte dei dati, ma che rimane lo stesso inspiegabilmente con la memoria intasata. Mi rivolgo ad un “tecnico” che mi dice subito che la cosa deriva dalla estrema “pesantezza” del file Pdf della farmacia di Fleming inoltratomi dalla signora, mi dice che è come se avessi in memoria un intero volume di una vecchia enciclopedia, dopo una buona mezzora di tentativi riesce finalmente a cancellarlo e a liberare la memoria complessiva del cellulare. Ma prima lo legge e, sia pure con molta delicatezza, mi dice chiaro “ste cose succedono quando mani inesperte modificano al computer un Pdf che andrebbe invece riportato, per eventuali correzioni, allo stato di World, in soldoni sto certificato di tampone Covid è stato falsificato partendo da uno vero e realisticamente negativo intestato ad altri, nota bene come il nome della signora e l’esito del tampone presentano caratteri diversi dal resto del foglio”
A dire poco trasecolo, pensando a tutta la storia ed alle conseguenze e preoccupazioni provocate inutilmente anche ad un sacco di gente che non ci azzeccava nulla. Ma rammento pure il fatto che, sia pure nella confusione e concitazione del momento, la domanda ” ma come, una che vive e lavora in Prati, quartiere romano strapieno di farmacie, per farsi un tampone urgente se lo va a fare a Collina Fleming ?” me la ero posta da subito pure io, insieme a quella “ma che bisogno aveva di mandarmi sta prova ? le avrei creduto comunque”.
La storia è certamente interessante … e, passata la paura, forse anche amaramente divertente … in soldoni, la si può raccontare anche appunto a scopo di “elaborazione” psicologica personale.
Ovviamente questo episodio un pò kafkiano ha poi avuto delle conseguenze di altro genere. Ma queste non sono nè granchè interessanti nè tantomeno particolarmente divertenti … e non credo che le racconterò, anche se nella vita, soprattutto in quella in qualche modo “sentimentale”, ho ormai interiorizzato il motto “mai dire mai” …

Pubblicato inDonne

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