Bello il ricordo di Carla sugli anni ’70.
La mia giovinezza si svolse negli anni ’80-’90, ma non era molto diverso…
Ovvio che sì, ci sto!
Questa frase era bellissima, indicava vera solidarietà.
Nessuno si sognava di mettersi in competizione con l’altro, o di misurarsi sul piano dei vestiti alla moda o delle unghie all’ultimo grido.
Ricordo la mia classe del Liceo: ventotto alunni!, quasi tutti provenienti dalla “campagna”.
Per fotuna “i cittadini” erano pochi, e per quanto ci provassero erano ben lontani dal sembrare dei modelli o delle modelle.
Eravamo tutti semplici e spontanei.
L’inverno era freddo, gelido, ma dalla stazione facevamo a piedi tutto il Corso, con giubbotti leggerini, non certo dei piumini, con le mani in tasca e senza cappello.
Era uno, per tutto l’inverno, forse anche due o tre, il nostro soprabito.
Andava a quel tempo “il black”, vestiti di nero.
Veri dark? Mah, non lo so, ma ci si provava ad esserlo, con le poche maglie presenti nell’armadio e le madri affrante per un colore da vedovanza.
Ci si chiedeva di più chi fossimo noi, e cosa ci accadeva intorno, senza retorica, buonismo e finti sentimenti.
La prima che faceva sesso era una notizia! Ben nascosta ai genitori, però, che non erano fratelli, infatti dovevano lavorare e tirare avanti la carretta.
Era tra noi che si parlava su cosa fosse un bacio, un pene, un orgasmo, perché nessuno ce lo spiegava.
Di solito lo imparavamo sul campo, senza aver mai visto nulla prima!
Infatti qualche volta c’era una pancia che faceva scalpore ma anche tanta tenerezza, e tutte capivamo.
Sì, era bello crescere davvero, imparando per prove ed errori, e scoprendo il mistero non svelato dell’amore e dell’amicizia.
Sono la Carla degli anni 70, sì proprio io con il mio vestito a fiorellini blu, le espadrillas con la corda e la tracolla di cuoio. Ragazza sognante. Con un amore ragazzino e i sogni uguali a quelli di tutti i ragazzi del mondo…proprio come te, Lulamae🌹