– Signora, che dirLe?! Il ragazzo, si vede, è volenteroso. Si applica. È serio e, per la sua età, è anche responsabile. Ma sul piano dei risultati stenta.
Si sforza ma non rende. S’impegna ma fa fatica a seguire.
– Professoressa mi dica chiaramente se il ragazzo rischia d’esser rimandato…
– Beh! …Signora, per dirla sinceramente, il ragazzo sta un anno avanti ma rimane indietro…
– Eppure professoressa io lo seguo giornalmente e non avevo questa sensazione…Comunque ora lo affiderò alle cure di mia sorella anche lei professoressa di lettere affinché lo rimetta in sesto…
Uno sguardo tra l’incredulo e il comprensivo accoglie la proposta di mia madre.
– No, signora. Non è proprio la strada giusta. Il ragazzo va certamente aiutato ma da persona che conosca il mio metodo…Lei capisce…
No! Mia madre proprio non capiva questo problema del “metodo” …in prima media…Questo non lo capiva proprio! …Questo! Ma qualcos’altro forse si!..
– Capisco, certamente…Capisco…Professoressa , e non è che Lei potrebbe suggerirmi qualche professore che conosca bene il suo metodo e che potrebbe aiutare la preparazione di mio figlio?!?…
– Mah!… Signora ci penserò.. Forse qualche nominativo potrò indicarglielo. Ci vediamo la prossima settimana.
La settimana successiva, al ricevimento dei genitori, a mia madre puntualmente fu fornito nominativo ed indirizzo del professore che mi impartì ripetizioni sino alla fine dell’anno scolastico.
Qualche anno dopo, una domenica mattina, salendo la scalinata della chiesa parrocchiale io, mia madre ed io ci imbattiamo nella ormai ex professoressa che sta uscendo dalla chiesa sottobraccio al famoso professore ,…ottimo conoscitore del “metodo”….Superflua presentazione di rito: mio marito…piacere….piacere…
Correva l’anno 1951,… erano ancora gli anni dell’immediato dopoguerra…
Alcuni, molti si arrangiavano…allora…
la foto è di Robert Doisneau
In verità ero rimasto molto sorpreso che la valutazione di mediocrità riguardasse proprio Il Mario che conosco io – e che so che fin dall’asilo radunava i coetanei per dar loro le prime spiegazioni ed i giusti orientamenti su come affrontare il percorso educativo. Alla fine tutto è stato chiarito! Si trattava di..espedienti per “arrotondare” gli stipendi e non più per portare un pezzo di pane e companatico durante gli anni di guerra o un “qualcosa” per i figli come capita oggi, sempre di più e sempre ad un maggior numero di madri e di padri, qui in Italia. E poi ci sono quelli che lo fanno per professione….
Divertente e carino il tuo racconto. Breve come ci insegnano le più aggiornate teorie sulla capacità di attenzione del lettore (max 300 parole) e quindi a maggior ragione meritorio per un mio quasi coetaneo che rischia, proprio come, di splanorare abitualmente oltre le 600 parole e oltre. Complimenti!
Io non credo che il raccontino sia autobiografico, conoscendo Mario. Piuttosto penso che delicatamente, come al solito, abbia voluto evidenziare un sistema non troppo nascosto di concussione che può applicarsi ad ogni situazione, anche attuale, che coinvolga pubblici poteri dove c’è sempre qualcuno che può dare l’indirizzo di chi conosce il suo “metodo” di giudizio.
Gustoso, succinto, profondo.