Ma perché una stagione non può essere una persona? L’estate è e deve essere mia mamma. Lei con lo chemisier a righe, stretta la sua esile vita dalla cintura, i suoi capelli ricci indomiti (come lei) e il sorriso dei suoi incisivi larghi , l’immancabile rossetto rosso sulle labbra. Lei l’annuncio gioioso del ritorno della bella stagione. A’ stagione per mio nonno, occhi di ceruleo splendore e il suo fare di eterno ragazzino. Lo vedevamo sparire tra gli ombrelloni con un grosso salvagente e poi tuffarsi in acqua fino al largo, felice come un bambino. Estate e mamma in costume e grembiule che frigge larghe fette di melanzane, a sera mangeremo la parmigiana e la mozzarella che colava bianco latte. Estate e la barca di legno, sei sette ragazzi ed io seduta vicino a guardare chi remava, i più forti. Si scendeva alle Marinelle, spiaggiette deliziose di rocce e sabbia , un bagno in quell’oasi e poi stendersi sul bagnasciuga, accarezzati dalle onde. Si tornava nel pieno del mezzodì, seduti sulle sedie roventi al bar, gocciolavano i ghiaccioli duravano troppo poco. Estate
Me lo ricordo quel tempo sospeso come un’amaca colorata tra gli alberi e ronzio di vespe e cicale impazzite per il caldo nascoste nel fitto delle fronde. Allora le cicale frinivano solo al sud quando il sole picchiava . Non si poteva star fuori alle tre, ma quella era l’ora delle fughe in motorino stretti col costume bagnato. Si correva nella pineta a sciogliere il nodo intorno al collo, stesi sulla coperta degli aghi di pino. Le mamme a casa lavavano piatti e stendevano bucati nelle case prese in affitto. Divani troppo usurati e sedie e tavolini di plastica sul balcone. Una tenda a righe sventolava e sotto ragazzini in canottiera a tirare le biglie.
Si scendeva a comprare i gelati ciabattando giù dalle scale, ciondolando e ridendo. Abbiamo la pelle dorata, le sopracciglia salate e gli occhi più chiari, ci stringiamo nel buio di una sera col riflesso della luna e il benestare di un lampione che occhieggia lassù…mentre tu mi baci. Estate di giochi, l’ombra lunga del pomeriggio invadeva la spiaggia, la radio e le canzoni dell’estate, quante e non l’ho più dimenticate. Avevano il volto e il sorriso di un amore, quello che si prova e non si scorda più.-
Estate è
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