Fuori dall’ambulatorio medico. Non fuori in sala d’ attesa. Ma fuori al freddo e al gelo.
Sorvoliamo sulla flessibilità del ” controllore” dal momento che la sala d’aspetto è vuota.
Meglio morire di polmonite , quella da vento, pioggia piuttosto che quella da Covid pare essere lo scopo.
Attendo quasi assiderata in attesa che scatti l’orario del mio appuntamento pensando alla performance che mi giocherò qualora l’ appuntamento non venga rispettato allo scoccare dell’ora esatta.
Perché poi, alla scarsa flessibilità contrappongo una ferrea volontà di litigio più forte della mia proverbiale natura paciosa.
Con me , fuori una signora anziana evidentemente abituata a questa situazione perché non pare infastidita dal trattamento.
Mi guarda. La guardo. Le mascherine e le bardature, tipo abominevole uomo delle nevi, non consentono l’immediato riconoscimento.
Poi mi dice:- Avvucatu, siti vui?-
Il ” voi” delle mie latitudini, quello caro, amato, quello che resiste nel linguaggio delle persone anziane. Le sorrido e annuisco sperando non mi abbia confusa per qualche più eccelsa principessa del foro.
– Non ‘nchianastu? –
Nel mio dialetto questa frase racchiude tutto un mondo ” politico”. Significa: “non ce l’avete fatta ad essere eletta?”
Comprendendo che sono proprio io colei a cui la signora si riferisce, le rispondo:- no, non ce l’ho fatta-. E le sorrido , compiaciuta, malgrado la mia umiltà innata e la timidezza ,tratto distintivo del mio carattere.
– Vi vutai cu tuttu u cori. Aviva reci anni chi non vutava . Pi vui fici u sacrificiu . Sapiva chi si ‘nchianauvu faciuvu rumuru. Ristai mali quandu seppi chi Riggiu non vi vossi- ( Vi ho votata con tutto il cuore. Da dieci anni non votavo e per voi ho fatto il sacrificio. Sapevo che se foste stata eletta avreste fatto rumore. Sono rimasta male quando ho saputo che Reggio non vi ha voluta).
La nonnina non sapeva quanto male ci fossi rimasta io.
Ma al ” rumore ” non ci avrei rinunciato. E, prendendola per mano, le ho detto:- entriamo a sederci. ! – sfidando il “controllore “.
Ecco, per un attimo, solo per un attimo, ho immaginato ,con quel gesto, di occupare la Cittadella di Catanzaro.
Bèh,mi sono detta…da qualcosa bisogna pur cominciare. E, con un piccolo gesto, eravamo al calduccio di una sala d’aspetto.
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Facciamo rumore
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Ti ammiro, avvocato Marina