Sentirsi come un gabbiano grato alla Vita. Respirare un anno in più con la felicità di chi sa vedere in un’alba una promessa. Non perché la Vita sia un gioco, sia allegria, sia l’effimero , ma perché si è vivi e il mare non affascina di meno sol perché talvolta è in tempesta.
Nel silenzio di una stanza d’ ospedale, nella solitudine della paura e dell’ansia del domani, guardandomi allo specchio, osservando occhiaie e un colorito non mio, mi sono detta: – voglio vivere l’ eternità di ogni mio momento-
Tuffarmi dentro ogni giorno. L’apnea mi spaventa, l’essere sommersa dalle onde mi inquieta, trovarmi in balía del futuro,senza appigli, mi terrorizza.
Eppure dentro un sorriso so che vi è il senso. E salgo sulla giostra…
E trovo Voi , amici miei, coraggiosi compagni, folli di Vita e di Domani, generosi combattenti per il futuro di tutti, Don Chisciotte per credo e sognatori per indole, onde del mare dell’Umanità.
E dentro i vostri sguardi ritrovo tutti gli approdi di cui ho bisogno. Grazie di esistere e per avermi fatto dono di voi anche ieri , giorno in cui la Vita mi ricordava di esserle grata.
foto di Francesco Aparo
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