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Gli amanti giovani

Sui miei rami umidi
Sulle foglie ultime
A che cosa pensano
Questi umani fragili
A che cosa servono
I miei rami stupidi

Da La canzone del parco dei Baustelle

Trovai questa canzone dei Baustelle in una antologia scolastica, evidentemente all’avanguardia.
Un testo che suscitò subito in me la curiosità e una forte emozione.
I protagonisti sono tre: due adolescenti innamorati e un parco.
I due ragazzi vivono l’attimo, e non possono aspettare per incontrarsi, dopo la scuola: “domani è lontano”.
E’ il tempo dell’amore senza progetti, quello che prende la gola e attende solo gli occhi dell’altro.
Quello che ti fa incidere sugli alberi un cuore, mentre “parole lievi” vengono pronunciate da bocche umide.
La spontaneità e la purezza dei giovani è vista dal parco, eterno, durevole e solido.
Ma è solo uno spettatore, e non può partecipare al gioco fragile dell’amore, che fatica a comprendere. Se ne sente escluso.
Eppure non può che respirare di fronte al desiderio, ai sorrisi che volano come piume.

Fu così che mi resi conto di quanto la vita ci faccia dimenticare certi entusiasmi, pretendendo da adulti la stabilità, quella dei platani del parco.
Di come rischiamo di diventare testimoni della nostra esistenza, anziché protagonisti.
E al contempo, però, vorremmo la leggerezza delle spensierate sere d’autunno, abbracciati e baciati, prima di rientrare a casa per la cena.
Vorremmo il candore della spontaneità, per esserne cullati.
Fu così che odori e profumi di tanto tempo addietro presero il sopravvento, e rimestarono ricordi e parole di “poeti poveri”.

Ma perché “lasciarsi prendere da domande inutili”?
Perché rivorrei “gli attimi degli amanti giovani”, “al solito posto, la solita ora”.

Nell’immagine: Il parco St. Cloud di Wassily Kandinsky

Pubblicato inAmore

1 commento

  1. PierluigiDelPinto PierluigiDelPinto

    Davvero un pezzo ispirato e coinvolgente! Complimenti Lulamae

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