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I racconti del tempo perduto

Angela era nata nel 1885, ultima di tre figli in una famiglia benestante del tempo. Il benessere, a quel tempo consisteva anche dal numero di bestiame che si possedeva. Il padre era orgoglioso delle sue trecento pecore e di tutto quello che produceva grazie al loro latte e a quella montagna di lana che tutti gli anni poteva vendere ai tanti filatoi e materassai. Erano tempi semplici, nonostante l’unità d’Italia, nel profondo sud poche cose erano cambiate. Le ragazze ricamavano e tessevano il corredo, i ragazzi imparavano un mestiere e diventavano artigiani o contadini, i più fortunati frequentavano scuole religiose.
Angela frequentò quella delle Orsoline e grazie a loro imparò a scrivere e a far di conto, questo le permise di scrivere un diario fantastico e, al contempo, surreale.
Angela si sposò nel 1907 e la sua felicità durò solo un anno, finì la mattina del 28 Dicembre 1908, alle ore 5.20.7. Un terremoto di magnitudo 7.1 rase al suolo Messina e a Angela seppellì il marito sotto la facciata della loro casa. La sua felicità si spense, si fermarono tutti i suoi progetti di un futuro che aveva tanto sognato. Nel suo immaginario, all’insaputa di tutti, elaborò un metodo per sopravvivere al dolore, all’assenza di chi non c’era più. Lo fece vivere nel suo diario, scrisse giorno per giorno una vita assieme a lui. Mentre viveva la quotidianità, ne scriveva una fantastica dove lei e il marito erano, ancora, felicemente assieme.
Così ho potuto conoscere Giacomo, suo marito, una persona buona e gentile che amava Angela profondamente. Quei giorni non vissuti lei li disegnò con parole indimenticabili e pieni di rimpianto.
Angela fece rivivere il suo progetto di vita scrivendolo con costanza e dedizione e se oggi ho potuto raccontare la sua storia è perché Lei me l’ha donato.
Angela era mia zia, la sorella di mia nonna, il mio angelo da sempre. Il titolo l’ha messo Lei e io l’ho solo riportato.

nella foto: un’immagine del terremoto di Messina

Pubblicato inAmore

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