Uno, due, tre, cinque, dieci, dodici… Arrivano puntualissimi, sorridenti con la spavalda timida sicurezza dei loro anni.
Una stretta di mano, un abbraccio caloroso, una risata contagiosa e siamo, come dicono loro, ” connessi”.
Invadono la mia casa ed è come se un raggio improvviso sferzasse le mura austere, imprigionate in un aplombe di facciata capaci di ” sciogliersi” empaticamente alle chiacchiere di giovani donne e uomini che offrono il loro impegno.
Li osservo e dissimulo la mia commozione facendo qualche battuta; sono felice di sperimentare un modo intergenerazionale di portare avanti un progetto.
E mi accorgo che non vi è sforzo nella loro presenza, sono lì perché desiderano essere lì, partecipi, anzi protagonisti di un momento di condivisione, di sprone, di scrollamento del torpore che ci sta annichilendo tutti.
Orgogliosi di essere Vento Nuovo. Un movimento costante ma mai uniforme, simile ma non omologabile, incoercibile proprio perché appartenente alle loro anime, capace di diventare brezza o uragano e di muovere ….muovere questo Tempo angusto, prigioniero di sogni senza più le ali..
– Io farò lo striscione…- – Io proverò a realizzare la Fenice-
– Io mi occuperò del trucco-
– Io dipingerò una piccola scenografia –
– I tacchi?- – No le scarpe da tennis!- – Sempre le solite voi ragazze!-
E le risa…e la fatica delle “prove” stemperata da una fetta di dolce, dai biscotti, dalle patatine, dalle tartine e innaffiata da motteggi e succhi di frutta.
E quegli ” io” che diventano noi con continui ” aiuti dell’ aiuto regista” che arrivano.
È la favola bella che illumina una domenica autunnale in una casa italiana in cui un libro diviene occasione di confronto, scambio, voglia di dire e di fare e in cui un ” noi” ha il profumo della gioventù.
Anna Maria, Martina, Sara, Giorgia, Mary, Antonio, Nicola, Caterina, Luigi, Emma, Vittoria, Claudio…” I ragazzi del Vento Nuovo”.
I ragazzi del Vento Nuovo presenteranno ” I Silenzi di Medea”. Giorno 29 novembre non prendete impegni… Stanno arrivando…stiamo arrivando.
le foto sono di Marina Neri
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