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Il fischio del treno

I vetri aperti sulla strada, rumori consueti, il fischio del treno dalla stazione, le parole dell’alto parlante si perdono sulle rotaie.
Il mio registratore con dentro una cassetta manda le mie canzoni. Sara e la vita, il Natale delle ragazze in tram, una donna per amico e aspettando l’anno che verrà, strada facendo vedrai…
Brilla la mia sigaretta tra le dita
E quel fumo si disperde nella stanza.
La parete con il guardaroba e di fronte le spalliere di ferro dei letti gemelli, aspiravo quel fumo segno di una libertà che non avevo. Avevo i miei giorni uno dietro l’altro lungo un calendario tutto da inventare . Mattini di cieli limpidi e strade da calpestare, in tasca sogni ancora da sognare . La mia foto col cappello calcato sugli occhi, impresso un istante di vita senza ombre, le ombre della sera avevano i suoi occhi. Le valigie pronte passando davanti alla siepe di gelsomini, gli abbracci stretti quasi a non voler lasciare andare, il fischio del treno stavolta era per me, sui vetri la pioggia di questa primavera che non c’è.

Pubblicato inAmore

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