OPERA IN CONCORSO
Il Gazebo di Marina Neri
– Nonna, cos’ è un luogo del cuore? – Quella strana domanda l’aveva riportata dentro la stanza. Pioveva. Aveva sempre amato il temporale e la pioggia scrosciante. Anzi le piaceva proprio il momento che preludeva alla furia della natura, quando vi era uno ” stacco di attesa” carico di elettricità, coi sensi del mondo allertati prima dell’orgasmo in cui gli elementi gareggiavano per darsi piacere.
La vocina l’aveva distolta dall’osservare le gocce che sul vetro disegnavano strani percorsi, gareggiando fra loro, fermandosi, brillando oppure semplicemente morendo lasciando una piccolissima scia. Aveva passato una mano fra i capelli corti, il mogano era stato soppiantato dal grigio e il bianco prepotente, ormai, rubava la scena.
“Il luogo del cuore”. Che strana domanda le aveva fatto lo scricchiolo di bimba che la guardava con gli occhioni grandi e impertinenti. Portava il suo nome e, nel pronunciarlo, sentiva il Destino della natura mutevole dell’elemento mare che lo caratterizzava, che si faceva largo dentro ogni singola sillaba. – Marina, piccola mia, un luogo del cuore è uno spazio in cui la felicità ha cantato-
– Nonna, non è una casa? Una stanza? – – Un luogo del cuore, bimba mia, non ha bisogno di pareti o di un tetto. Ha bisogno solo che il cuore si sia sentito avvolto dentro l’amore. Un luogo del cuore ha un posto d’ onore nelle pagine del libro della vita di ognuno-
Marina, la bimba, la guardava e dentro quegli occhi in cui sapeva specchiarsi, come in un viaggio nel tempo, vide un gazebo, un uomo e una donna abbracciati stretti mentre la pioggia intorno danzava e il temporale cantava la sua nenia guerriera. Abbracciò la donna più anziana e le disse, come fosse un’antica sciamana: – nonna, è ancora nel tuo cuore quel gazebo, quel temporale, quell’uomo. –
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