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Il lettone

Ho un vago ricordo di quando dormivo in un lettino di fianco ai miei genitori e mia sorella dall’altro lato. Ma se faccio un passo indietro, ecco mi vedo al centro
nel lettone in mezzo a mamma e papà. Sarà successo una, due volte.,, mah anche dieci ed era un momento speciale. Appena appoggiavi la testa su quei cuscini morbidi sentivi il dopobarba di papà e su quello di mamma il suo profumo alla lavanda. E poi chiudevi gli occhi, stanco di una notte insonne, di febbre, di un fastidioso mal di orecchie. Quei cuscini erano salvifici, dopo pochi minuti cadevi nel sonno profondo . Il lettone era la zattera verso la riva era l’ancora di salvezza. C’era qualcosa di magico in quella stanza, tra le pareti, il colore della tappezzeria, in quello specchio lungo che sovrastava il Como’ un mobile con i cassetti alti e l’armadio pieno dei vestiti della mamma e quelle giacche di papà che mi divertivo a spostare. Poi c’erano le scarpe, quelle col tacco da provare, senza aver paura di cadere. Quella era la stanza delle scoperte , c’era un portagioie accattivante con i bracciali e le collane, mi divertivo ad indossarli, allo specchio a volte ero la regina e a volte la principessa.
Il rossetto rosso il preferito di mamma, fiammante che la illuminava quando lo stendeva piano, con precisione sulle labbra. Ma quello no, non potevo provarlo, mi limitavo a ruotare la confezione per guardarlo. Mi lasciava però, prendere in prestito la borsetta che sarebbe stata perfetta per la serata. A volte uno scialle per appoggiarlo sulle spalle ad una festa estiva, altre volte le chiedevo di poter portare degli orecchini che erano i miei preferiti.Ancora oggi gli oggetti, i libri e qualche abito di cui mi ha fatto omaggio la mamma, fanno parte del mio passato e di quei ricordi che custodisco nel mio cuore, preziosi e rari.

Pubblicato inAmore

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