OPERA IN CONCORSO
E’ stato il mare
a chiamarmi nel buio,
dilagava in un sogno
la liquida landa muta
il richiamo inascoltato
di un’altra fede,
aveva il respiro
che mi cerca sempre ogni notte
e io non volevo smarrirmi
e inseguivo segni e rimembranze
tra quegli azzurri spietati
che guardavano oltre,
afferravano il sole
e il tempo ostinato dei bagnanti
sulla fronte la calura
aveva il capriccio dei venti.
E’ stato il mare
che ha sempre ragione,
anche quando è spietato
e logora coma valanga la pace dei lidi
e io cercavo qualcosa
con gli occhi che parlano
perché i sogni non hanno labbra
e sono poco più di un niente,
un’alternativa dispersa
all’urlo che tiene la trama.
E’ stato il mare,
è sceso a toccarmi
a guarire il nereggiare stridulo
di una radura rossa
che mai si spegne davvero,
veniva da un tempo qualunque
e io avevo tutte le età che ricordo
e la vista era bassa e sfocata
anche con la luna più piena di sempre,
tu non arrivavi
e io strappavo il tempo
correndoti incontro.
E’ stato il mare
a chiamarmi nel buio,
dilagava in un sogno.
Elisabetta Liberatore
la foto di copertina è di Lorenzo Cicconi Massi (Agenzia Contrasto)
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