Posso solo guardarti da uno schermo
e questo mi fa male, molto male.
Sei lontano, io sono lontano, forse più di te.
Una caduta, il sangue, la corsa in ospedale e tutto si è fermato……
Per un attimo, che mi è sembrata un’eternità, ho temuto di perderti.
Non si è mai preparati, mai pronti, mai forti abbastanza.
Vorrei essere con te.
Non mi farebbero entrare, ma sarei lì, dietro la porta.
Esserti vicino sarebbe un po’ come aiutarti a guarire.
Mi sembra di vederli quei tuoi occhi ora socchiusi, illuminarsi al mio arrivo.
Come ogni volta che vengo da te e tu mi aspetti, come si attende un figlio.
Ogni volta che torno hai una ruga nuova sul viso,
ma gli occhi, quelli no, quelli hanno sempre la stessa luce.
Resisti vecchio mio, non mollare.
Voglio di nuovo vedere quella luce,
essere accolto dal tuo sorriso e cucinare per te.
Aspettami, aspettami ancora, aspettami sempre.
Io sto arrivando.
Perché tu sei il mio vecchio, mio padre!
Il mio vecchio
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Grazie Monica per questa storia. Ci parla da vicino. La sentiamo in tanti. E’ bello incontrare una storia che ci rappresenta. Un caro abbraccio