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Il parco dell’amore

La luna strizzava l’occhio agli amanti stesi sull’erba.
Punto di incontro per chi non aveva un posto dove amarsi, il parco, ampio, offriva un manto morbido e riservato.
I gendarmi vi stavano alla larga, anche se sapevano. Chi, da giovane, non aveva cercato un luogo per l’intimità, nell’oscurità?
Era risaputo, dunque, che le coppie di soppiatto si incamminavano nel buio, si inchinavano sotto un albero e poi si stendevano abbracciate, molli d’affetto e di baci.
La luna, tra i rami, rischiarava le loro sagome in movimento, e poi illuminava i volti ebbri, sazi.
Era la prima volta per Lucia, in quel posto non c’era mai stata.
Iorio le aveva dato appuntamento al salice, all’estremità di destra.
Era il più grande, e Lucia non avrebbe potuto non riconoscerlo.
Si erano conosciuti al negozio.
Lei cercava un disco quasi introvabile, ma lui glielo aveva procurato. Così lei era tornata.
Affascinato dai suoi gusti musicali, Iorio un giorno le aveva chiesto di uscire.
I bar, i ristoranti, ma nessuna casa a disposizione per restare soli.
Aveva sentito di quel parco, in cui, con tacito accordo, la notte, si entrava solo per un motivo: l’amore.
Iorio c’era stato, un pomeriggio, ed aveva trovato un salice, meraviglioso, enorme, che avrebbe coperto i loro corpi.
Lucia attendeva, piena di speranze, sebbene timorosa e con un po’ di vergogna.
Si guardava attorno, che nessuno potesse vederla.
Passavano i minuti, ma lui non arrivava.
Sedette. E cominciava a fare freddo. Lui aveva promesso coperte, per ripararsi dall’umidità, e dagli sguardi.
Una mano si appoggiò sulla sua spalla. Lucia disse: “Finalmente!”.
Ma non riconobbe il tocco elegante e caldo di Iorio.
Qualcuno la tratteneva, da dietro, e non si mostrava. E taceva.
Lucia chiese, poi implorò, poi gridò…
Perché nessuno rispondeva, l’aiutava?
Non era il parco dell’amore quello? Pieno di uomini e donne, sebbene nascosti, non visibili? E Iorio? Perché non arrivava?
Un colpo, e cadde a terra.
La luna la vide. Vide la scena. E pianse.
Gocce sul parco, lacrime intense cadevano, perché qualcuno aveva rotto un patto. Mani insanguinate avevano sporcato la terra pura, la terra impregnata degli umori dei corpi, che avevano fatto esplodere i fiori e le fronde.
La luna bagnò Lucia, abbagliò il suo volto, ascoltò le sue preghiere…
La ragazza aprì gli occhi, vide fiori meravigliosi intorno a lei, di tutti i colori.
Vicino, si svegliò Iorio.
Ma dov’era? Cos’era successo?
E Lucia?
Confuso, la cercò, disperato, tra i cespugli, tra i labirinti degli alberi…
Arrivò al salice.
Un nastro per capelli, e null’altro di lei.
Una luce, e alzò lo sguardo.
Lucia sedeva sull’arco della luna.

Un cuore e una promessa infranti: il parco dell’amore non esiste più.
Una boscaglia si estende al suo posto, piena di serpi, dove il respiro vitale degli innamorati si è fatto vento sinistro.

Pubblicato inAmore

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