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[…] ed io vorrei che pure a te venisse,
ora, di me un’eco di memoria,
come quel buio murmure di mare.

Quasimodo

Tu eri mare di notte, lampare tra le onde, Luci sul lungomare, nere figure affacciate al pontile, la risata aspra di una donna, le sue gambe nude sul bagnasciuga. È un uomo che fuma, guarda giù aggrappato alla ringhiera, suda acqua di mare mentre brucia la fiammella tra le dita.
Lei e lui le mani intrecciate , camminano vicini ma distanti, forse pensieri troppo lontani, forse piccoli rimpianti.
E il mare intanto chiama, chiama a raccolta anche chi è lontano. Si ferma un attimo ma poi va, quel suo destino è la sua forza, l’eterno vai e vieni dell’onda che bagna la spiaggia e poi la lascia.E quelle teste di capelli sul cuscino, le ultime parole prima di cadere nel sonno, le ultime parole impastate nella voce che s’abbassa, gli sguardi quasi a toccarsi l’anima con le dita. Lei ha gli occhi lucidi come di febbre, ce l’ha così come detersi dall’amore mentre lo guarda, lui ha ancora quell’aria stupefatta, quasi non crede ancora di avere lei tra le mani e per la vita.

Pubblicato inAmore

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