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In soffitta

Questa sera ho fatto uno dei miei tanti viaggi, pochi gradini mi hanno portato nella soffitta della mia vita. Devo ancora riparare quel lucernario dal quale si vede solo una manciata di stelle, alle quali diedi un nome. Certo che di polvere ce n’è un pò, ma io non ho mai avuto un’esistenza lucida a specchio. La polvere, quando la soffi via da una foto, da una lettera, da un qualsiasi ricordo, alla luce di una luna come questa, ti illude di azzerati il tempo. Vola via eterea, portandosi via gli anni e ci si trova ad abbracciare i vecchi sogni. Si sentono le risa, l’odore del balsamo dei suoi capelli e le dita nell’aria percepiscono il suo volto. Tre passi in linea, un pivot a destra e quella musica con la quale la portavi a te.
Ma dov’è finito il vecchio baule? Fuochino, fuochino, protetto da un plaid è dietro lo specchio. Lo trascino sotto il lucernario, lo apro quasi con timore, la polvere si alza come polline, trattengo il respiro, i miei quaderni, le foto di noi ragazzi ed il suo maglione. Quella soffitta è come un navigare in solitario, devo vivere queste sensazioni per cercare l’inspiegabile ragione del perché mi sia innamorato di quelle due acquamarine. Cerco risposte nella chimica, nell’alchimia, nella religione, reclamo a quel pugno di stelle di avere una risposta. Ma in fondo che importanza ha il sapere, quando scendendo da quei pochi gradini, la vedi scalza e con la tua sola camicia addosso? Lei si gira, la luce dei suoi occhi è la stessa, ed è ancora più bella di quel sogno conservato nella soffitta della mia vita.
(Il Nautiere)
foto di copertina: Kaitlyn Baker su Unsplash

Pubblicato inLuoghi del Cuore

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