La sera si tornava in tram. Seduta all’ultimo posto, vicino al finestrino osserva il via vai delle auto, i frettolosi passanti, le donne con i sacchetti della spesa che parlano tra loro alla fermata del 19. Le ragazze sedute davanti discutono di esami rimandati, di professori troppo esigenti e di cosa fare nel weekend.
Poi c’è lei seduta da sola guarda fuori, ma non guarda nulla, ha una camicia sgualcita come la sua anima, sotto quella giacca blu. I suoi occhi scuri, profondi, piegati all’ingiù, tristi e persi in un vuoto pieno di domande senza risposte. Alla prossima scende e la vede perdersi tra le persone in attesa, un puntino lontano e poi sparisce, dentro qualche storia. Immaginare se quegli occhi tristi potranno mai ridere di gioia, magari incontrando quelli di chi ama, abbracciando stretto l’amore ritrovato, il calore dei baci dopo una lunga assenza, l’impellente esigenza di raccontarsi e ricominciare, daccapo, insieme.
In tram
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Bella questa immagine dell’anima sgualcita. Brava Carla!