Salta al contenuto

La casa al mare

 

Lei esordì con fare perentorio e sbrigativo: Voglio vendere la casa.
Kati accusò il colpo, come un fendente in pieno petto. Non rispose subito. Lasciò passare, un’ora, poi un giorno. Intanto quel nero su bianco era lì come una promessa, forse anche una minaccia.
Kati chiuse il telefono e si guardò intorno. Quella non era solo una casa. Quella era la striscia lunga di autostrada, sotto il sole di tanti ritorni. La stanchezza di arrivi che ormai era sera , riaprire quel portone e non indovinarne mai la chiave. Il tramonto incalza nei suoi rossi aranciati, la palla del sole compie l’ultimo tuffo. Kati è felice. Questa casa conserva l’odore del sale, il caffè nella dispensa, i costumi nel cassetto. Questa casa ha l’impronta delle mani di sua madre, l’ordine delle sue camicie da notte color pesca, color pervinca. Le sue borse estive a righe bianche e blu, i suoi occhiali da sole da diva anni 60. Questa cucina profuma del vasetto di basilico fresco, nel bicchiere il bouquet dei fiori di zucca che per pranzo si trasformavano in morbide frittelle.
Questa casa è l’amore per il mare, è famiglia, questa casa è il desiderio di una madre, il suo ultimo rifugio. Questa stanza e la foto di lei che guarda il mare all’alba, quei tre colori di blu che solo un occhio attento alle sfumature può vedere.Quel mare che raccoglie le lacrime e le risate, quel mare dove si lascia fluire il dolore, sciogliendolo con la forza di un amore che non si può dimenticare.La solitudine mescolata alle onde del mare, è una carezza capace di guarire.

Può una storia già scritta continuare?
Si perché la vita stessa continua. E quindi quella casa al mare, in quel pezzo di mare e la luce che brillava dai muri alla spiaggia… quella casa che aveva accolto una donna ormai stanca, che aveva stretto le sue spalle curve e aveva risollevato quel sorriso spento. Era allegra, gioiosa come la bambina che ancora albergava in lei. La meraviglia dei suoi occhi verdi, quella sua tristezza che bastava poco a far svanire. Non avevano capito che le bastava un po’ di attenzione e un posto più vicino al loro cuore. Una sua foto dell’ultimo suo anno parla della sua malinconia, che il tempo aveva fatto crescere , il tempo che l’aveva resa distante dal suo amore, la vita dei suoi figli lontani, l’eco delle loro voci attraverso le telefonate. Se l’è portata via il sonno, le ha fatto lasciare questo mondo così impervio come una tortuosa ed irta salita. Adesso la sua casa sulla spiaggia la divide con i gabbiani e le onde che riportano le voci dei suoi amori.

Pubblicato inAmore

Commenta per primo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *