E’ il titolo di un libro.
Me lo regalò un ragazzo per il mio ventesimo compleanno. Tutte le volte che spolvero la libreria, penso a quel periodo della mia vita.
Camminavo molto, attraversavo la mia città e la mia gioventù a passo veloce. le mie gambe lunghe me lo consentivano, anche il mio carattere mi assecondava. Luigi arrivò in una giornata di pioggia e vento, a Messina sono frequenti gli acquazzoni brevi e intensi. Frenò sgommando e… mi bagnò i miei adorati stivali. Mi girai furibonda, l’avrei strozzato ma lui scese dalla macchina e si scusò mortificato.
Mi accompagnò a casa e, da quel giorno diventammo inseparabili.
Certi rapporti iniziano banalmente poi evolvono, dopo involvono, infine deteriorano.
Diceva che ero come lui desiderava e, già questo non mi piaceva. Sono stata sempre come desidero essere io. Pian piano scopri che non ero ubbidiente, che non pensavo minimamente a compiacerlo e che prima di lui venivo io.
Brutta cosa la smania di voler possedere qualcuno, fortunatamente me ne accorsi in tempo.
Non ci cascai nella bella trappola che stava costruendo per me. Mi riempiva di regali che non avevano nesso col mio modo di essere, le sue telefonate a tutte le ore non rappresentavano la mia concezione di privacy, anche le sue incursioni nel mio modo di vestire mi crearono insofferenza, disturbo.
Quando si presentò con un anello magnifico e pacchiano per i miei gusti, lo vidi come una catena, qualcosa che mi poteva legare per sempre. Provai l’impulso di scappare ma non era da me. Dopo aver raccolto tutti i suoi regali in una borsa lo raggiunsi in una strada alberata di Messina e lo lasciai, con garbo ma, anche con fermezza.
Nella dedica che scrisse su quel libro di Pearl Buck, quando leggo l’aggettivo che usò per compiacermi, rido ancora. ” Alla mia Bambolina “
Chi mi conosce sa quanto io non lo sia mai stata.
Tenni quel libro per il mio brutto vizio di non riuscire a separarmi, mai, da una storia bella.
nell’immagine: tramonto di stasera, foto di Gianluca Parsi
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