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La casa del fiore di passiflora

Questa estate non andremo al mare.
Così ci annunciò un giorno di marzo, la mamma mentre eravamo tutti a tavola .
Guardai i miei fratelli, si girarono di scatto e mi fissarono con una smorfia sbilenca della bocca. Sono gemelli, al punto che anche oggi si muovono all’unisono. Sono identici, allo specchio sono quattro. Lo dicevo io quando da piccoli li mettevo davanti allo specchio dell’armadio e loro ridevano di gusto. Dunque nessuna vacanza al mare, niente amici di sempre, nessuna giornata tra i cavalloni, i gelati, il juke box …niente, di niente. Staremo qui gli dissi la sera, mentre li aiutavo a mettere i pigiami e lavare i denti. Come staremo qui? La bocca tutta insaponata di Michele fece delle bolle e Samuele ripeteva : come staremo qui? Li guardai nei loro pigiamini a righe i capelli lunghi arruffati e le lentiggini. Due simpatiche birbe.Si ragazzi, papà deve lavorare e mamma preferisce non partire. Però andremo al lago. Ogni mattina .Vidi le loro facce sconsolate, ma dopo un po’ cominciarono ad azzuffarsi e a fare le lotte con i cuscini. Li lasciai e chiusi la porta. Anch’io non ero felice di quella scelta. Adoravo la spiaggia di Varigotti e i preparativi della partenza. Andare a prendere le valigie, scegliere i vestiti, i costumi, le infradito e i cappellini. Poi papà caricava l’auto un po’ sbuffando e si partiva. Lo stereo acceso e mamma che seguiva le parole, papà che ci indicava il panorama mentre si imboccava l’autostrada. Cominciava l’estate più bella della mia vita. Era il mio pensiero di quindicenne, sognavo il primo incontro, i baci davanti al mare. E quest’anno niente. Passerò una stagione da vecchia bacucca! Raccontai alla Sandra, la mia amica immagina andare tutti i giorni al lago, con i mocciosi dei miei fratelli. Una noia! E così cominciò il mese di luglio, il lago era calmo sotto un sole che gli rimandava mille bagliori. Noi stesi sull’erba tra sbadigli e cacce alle formiche. Mamma preparava i panini, io leggevo per ore, il cappello in testa e i pensieri sottosopra. Dopo una settimana, eravamo stufi e mamma decise di accontentarci. Parlò con papà, li sentimmo discutere, lui era perplesso, lei infine lo convinse. Ragazzi, ce l’abbiamo fatta! Andremo una settimana a Varigotti!
Evviva, i gemelli facevano i salti dai gradini della scala, io avevo un sorriso da orecchio a orecchio, persino il gatto faceva le capriole . Fu una settimana indimenticabile, il mio primo bacio lo assaporai nella cabina di Paolo, mentre i gemelli facevano il palo….attenti se arriva mamma.

Pubblicato inLuoghi del Cuore

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