Era sempre stata chiusa. Ci passava davanti ogni volta che decideva di passeggiare in inverno sulla sua spiaggia. Quel pomeriggio i battenti erano insolitamente aperti e una tenda che svolazzava, aveva attirato la sua attenzione. Le pareti erose dalla salsedine si erano improvvisamente animate e la vecchia casa pareva recuperare istanti di vita per ogni minuto di tramonto che illuminava le sue mura. – Entri, entri pure…venga a bere con me- Aveva udito la voce ancora prima di vedere la sagoma. Una donna con un lungo abito dorato le faceva cenno con la mano. Si era guardata intorno credendo che la donna stesse chiamando qualcun altro. Ma erano sole. Il mare era unico testimone di quello strano incontro. Non avrebbe voluto interrompere la sua passeggiata. Era sempre più raro il tempo che poteva dedicare a se stessa e le onde sapevano stemperare le sue inquietudini, non erano impertinenti o, peggio, invadenti, e lei amava farsi coccolare dal suo mare in quel possesso che, solo la gente nata su una sponda, riesce a comprendere. Aveva, però, oltrepassato il cancello e, col suo passo marziale, come amavano definirlo coloro che la conoscevano, si era diretta verso la donna seduta regalmente nella veranda con vista mare. Un volto senza tempo, antico ma non anziano, incorniciato da splendidi boccoli color caramello mentre i suoi capelli erano mossi da un vento dispettoso che si crogiolava a scompigliarli solo a lei. Il vestito dorato brillava carezzato dai raggi mentre lei era infagottata nel suo giubbino e, nel suo marrone scuro, ne costituiva il logico contrasto anche cromatico. Le aveva fatto cenno di sederle accanto e, ubbidiente, le si era accostata. – Ci torno una volta l’anno e mai d’estate. Ci resto una settimana in questa casa e poi riparto. È la prima volta che la incontro. Beva con me questo buon vino, omaggiamo il sole che parte per il suo altrove. – Le aveva porto un calice e lei lo aveva accettato sorseggiando e osservando il mare divenuto un immenso tappeto di luccicanti gocce dorate. – L’aspettavo- aveva dichiarato la donna con tono pacato. Lei l’aveva guardata dubitando della sanità mentale della sua interlocutrice. – Aspettava me?- aveva chiesto di rimando. Quella affermazione l’aveva incuriosita e al contempo turbata. – Aspettavo un ospite, il mare mi aveva detto sarebbe arrivato.- Era strana quella donna, nel suo sguardo pagliuzze di isole lontane, nelle sue aggraziate movenze, riti antichi di offerte sacerdotali, nella sua voce il tono del sapere degli sciamani senza un tempo. Un brivido le aveva percorso la schiena. Era, però, sicura di una cosa: non si trattava di paura. Entrambe volgevano lo sguardo verso la distesa di acqua blu cobalto che ammantava lo Stretto. L’Etna mordeva il sole morente e non si comprendeva se fosse il vulcano a vomitare la luce o se fosse l’astro, in un estremo slancio di generosità, a donare al ventre della terra i suoi ultimi raggi cocenti. – Lui era un artista, un poeta, un pittore, uno scultore. Tutto gli parlava e a tutto sapeva dare voce. Lo intervistai per il giornale per il quale lavoravo. Ci innamorammo, non nell’età dei giochi di ragazzi ma a quell’età in cui fili argentati nei capelli impongono la serietà degli slanci, consapevoli entrambi dei tempi di un amore a tempo. Ci seguimmo ovunque e ogni anno celebravamo il nostro legame qui, seduti in veranda, pochi giorni prima della fine dell’anno. Non potemmo mai brindare insieme quei rintocchi ma accompagnammo sempre il sole a sorgere dentro un anno nuovo. Lui costruiva per me il “nostro villaggio” e raccoglievamo insieme i sassi sulla spiaggia, piccoli monili, tutti i gioielli del mondo che mi regalava in una volta sola. Come bambini felici costruivamo il sogno che restava anche dopo la nostra partenza finché il mare non si stancava di pietre mute e le riprendeva con sé. – Lei ascoltava silenziosa, in fondo, si diceva, era la persona giusta per farlo: amava le storie, le favole e quel pomeriggio non aveva, certamente, bisogno di inventarsene una.
– Trascorrevano gli anni ma entrambi non avevamo mai rinunciato al saluto al sole nella nostra casetta al mare. Vi giungevo per prima e, semplicemente, aspettavo, contando le ore a separarci da quelle che sarebbero state solo mie. Ripulivo questo piccolo mondo che si risvegliava dal suo letargo, aprivo gli scuri e, semplicemente, la vita tornava. Pareva aspettare solo la parola : Fiat! – Lei comprendeva il senso di una casa in attesa. Anche la sua l’aveva aspettata per anni, con la differenza che le sue pareti non erano disabitate, era lei che, improvvisamente, era andata via da se stessa. La sua testa adesso era rivolta alla donna che parlava. Non le interessava più la bellezza di un tramonto visto centinaia di volte sul suo mare. Voleva , invece, bere tutta quella storia, sapeva che, inconsapevolmente, la narratrice, stava dissetando le sue arsure. – Fummo felici. A modo nostro. L’Amore è come l’acqua. Trova vie incredibili per scorrere, sfida persino la gravità e si inerpica non temendo mai le strade impervie. È temerario l’amore, diffida ragazza mia, dalle bonacce dei sentimenti, le paludi lo arenano e lo trasformano in un giogo amaro da portare. La Straniera e l’ Artista ci chiamavano gli abitanti di questo luogo. Ignoravano tutto di noi ma sapevano rispettare il riserbo che avevamo richiesto, inconsciamente, al mondo.-. Le aveva teso una mano e lei istintivamente l’aveva stretta. Due donne diverse e lontane avevano creato un ponte fra loro con un semplice gesto. Lei aveva sentito tremare quella mano e comprese ancor prima che la donna parlasse, il seguito di quella storia. – L’anno scorso giunsi qui e, come al solito, dissi alla casa di vivere. E lei ubbidì. Splendeva persino la polvere. Mai l’ avevo vista così brillante e bella pur nelle sue crepe. Ci assomigliava. Le sue cicatrici erano il prezzo che aveva pagato alla scelta fatta di aspettarci. L’avrei rivisto, abbracciato, avremmo fatto l’amore nelle infinite stanze del cuore, avremmo ricostruito il nostro villaggio, ci saremmo scambiati le spergiure promesse degli anni mai mantenute eppure marchiate a vita nell’anima.- La sua mano stringeva quella della donna più giovane – Attesi invano, mentre il cuore si incartapecoriva. Non venne quell’anno all’appuntamento il mio Artista. Attesi, mi fermai per qualche tempo dopo. Lo chiamai, lo cercai ma fu tutto vano. Risoluta feci il numero di un amico comune. Seppi così che era morto in un incidente stradale mentre viaggiava per giungere al Sud Italia. Sai, ragazza mia, si può morire pur restando in vita. E io morii quel giorno. Semplicemente smisi di respirare… Seguimi.- La condusse in un angolo di quella veranda. Ora capiva perché la casa le apparisse viva ma contemporaneamente morta! Un piccolo villaggio si apriva al suo sguardo. Tante pietre colorate collocate sapientemente e casette di varie foggie a vivere una vita propria, diversa , autonoma dalle mani che, con dolore , le avevano create. – Ci ho fatto persino il Presepe quest’anno. Quel Bimbo capirà che ho vissuto tutto questo per Amore, solo per Amore-. Lei abbracciò quella donna che le appariva ora esile e fragile, appesantita dal suo fardello. Non avevano più bisogno di parlare. Mentre tornava verso la sua macchina con il cuore pieno di contrapposte emozioni, udì due persone che, passeggiando, parlavano fra di loro:- È triste vedere questa casa chiusa e diroccata! Guarda quelle erbacce, stanno invadendo tutta la veranda!- Si voltò repentinamente , avrebbe voluto smentirli. Ma, davanti al cancello, splendida nel suo abito dorato, una donna la salutava con la mano e le sorrideva. Tacque. Strizzandole l’occhio capì che l’anno successivo l’ avrebbe aiutata a costruire ancora il suo villaggio. Perché l’Amore torna, persino dentro un sasso.
PS: ieri pomeriggio passeggiando sulla spiaggia a ridosso della mia città, davanti al cancello di una casa, vidi un piccolo villaggio realizzato con i sassi. Una stupenda realizzazione. Quei sassolini mi hanno regalato una parola dietro l’ altra e il mio racconto di oggi, di pura fantasia, è il mio umile dono all’artista che con Amore ha lasciato al mare la sua opera. Grazie.
Foto di Marina Neri
La donna della casa sulla spiaggia
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