Questa storia mi è stata raccontata da una persona che ho conosciuto durante le vacanze estive. Mi piace pensare che l’abbia fatto per rendersi ” interessante “. Di certo, mentre la raccontava, la sua espressione diceva altro.
Vanna e Luigi formavano una coppia normale, come se ne vedevano tante, negli anni ’70.
Luigi, impiegato statale, lei casalinga con un diploma da ragioniera. Si amavano molto e, tribolavano molto perché i soldi non bastavano mai.
Affitto da pagare, rate dei mobili, e una casa da mandare avanti. Vanna si sentiva stretta in quel ruolo ripetitivo. Fare la casalinga non era la sua aspirazione, lei voleva essere utile alla sua famiglia e conquistare un indipendenza finanziaria attraverso un lavoro, magari part-time. Cominciò la ricerca nella città di residenza ma, in quel periodo erano solo le confezioni che assumevano e chiedevano, tutte, competenza nel mestiere e Vanna non ne aveva.
Non si scoraggiò per questo e continuò a cercare e a chiedere in giro e tra le amiche. Fu la parrucchiera che le diede un numero telefonico a cui rivolgersi e lei tornò a casa con la speranza di trovare, finalmente, um lavoro che le permettesse di avere una vita meno sacrificata. Al telefono le rispose una donna con una bella voce spigliata che le chiese generalità e altre informazioni, poi le fissò un appuntamento per il giorno seguente.
Vanna era al settimo cielo anche se non aveva capito che lavoro, precisamente, fosse quello che le veniva offerto. Quando Luigi rincasò la trovò euforica e contenta. Avrebbe dovuto prendere il treno tutte le mattine per recarsi sul posto di lavoro ma abitavano a due passi dalla stazione.
Si svegliò presto la mattina dopo, si preparò con cura e si guardò allo specchio soddisfatta. Ventidue anni, un sorriso perfetto, occhi castani e luminosi, Vanna era bella e piena di progetti per il futuro.
Entrò nella villetta di cui si era segnata l’indirizzo e aspettò che qualcuno arrivasse per accoglierla. Dopo qualche minuto una donna elegante uscì da una porta e le andò incontro sorridendo. Parlarono tanto, Vanna ebbe l’impulso di scappare ma, quella donna sapeva essere convincente, conosceva bene il suo mestiere e aveva argomenti interessanti.
Quella villetta elegante aveva una doppia funzione, era un laboratorio di modellistica e una casa d’appuntamenti di lusso.
Vanna capitolò e, si trasformò in quello che mai avrebbe pensato di fare. Diventò una pendolare particolare, la sua valigetta conteneva un cambio completo per la sua trasformazione quotidiana e, mattina e sera, cambiava ruolo e si adeguava al contesto.
Il treno che la portava avanti e indietro costituiva un muro invisibile tra la realtà familiare e quella lavorativa.
Vanna si sdoppiava e viveva come se due donne convivessero in lei.
Smise, solo quando Luigi, che aveva pianificato tutto, manifestò il desiderio di avere un bambino. Lei capì che era il momento di porre fine a quella menzogna. La sua valigetta la usò per metterci altro e cancellò quei, quasi 5 anni, con un sorriso soddisfatto e…un discreto conto in banca.
nell’immagine: Catherine Deneuve nel film Bella di giorno (1967)
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