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La Vecia

Basta una sola carta, cambiata di posto, per stravolgere il gioco.
È una metafora sì, di questa vita spesso meschina, ingannevole e fedifraga.
Tutto sembra tornare.
Ma un dubbio si insinua, quando troppo risponde all’ovvietà, che si mescola al silenzio, alle rade parole.
Cosa unisce e cosa divide?
Ricordi, potente mastice di un letto di piume, che ora volano col vento, lasciando solo un rigido greto di legno.
Parole, sempre dette sempre ripetute, e sempre credute.
Ma fatue, ormai, tra le ciglia bagnate che fanno chiudere gli occhi, per non sentire lo strazio di un universo spezzato, di un vortice che volge alla fine.
Se ascolti i miei lamenti, sappi che sono di animale ferito, gridi di uccello che vorrebbe volare ma che stretto nella gabbia sente ormai le ali inerti.
Se vedi il mio volto, ricorda come lo hai trasformato, plasmato tra le tue mani.
Ruvide mani, che non sanno aprirsi per accogliere, o sciogliersi per accarezzare.
Dentro il miracolo dell’amore tutto sembra possibile.
Ma un dubbio si insinua.

Quel re di cuori che mi rubò l’anima, mi sembra la vecchia, che mi tortura con la sua indifferenza. E mi sconfigge.

Immagine dal web.

Pubblicato inAmore

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