Io sono nato ad Assisi.
Ho detto sempre così con una punta di orgoglio: tutti conoscono almeno di nome questo paese.
Per la verità, non sono nato proprio ad Assisi, ma in una sua frazione, Santa Maria degli Angeli, detta precedentemente Assisi Scalo perchè è lì che c’è la stazione ferroviaria; ma il fatto di essere nato in una frazione di uno dei paesi più conosciuti al mondo – e non proprio nel paese – veniva recuperato dall’esistenza a Santa Maria degli Angeli della Basilica omonima, una delle più imponenti di Italia, all’interno della quale c’è la chiesetta eretta direttamente da San Francesco: la Porziuncola.
Per questo motivo, ho da sempre sentito di potermi fregiare del fatto di essere nativo nella città del Santo Protettore d’Italia.
La mia infanzia è legata strettamente ad Assisi, perchè passavo molto tempo a casa dei miei nonni, dove ero anche nato. La nascita era avvenuta nella stanza da letto dei miei nonni, ma la camera, che crescendo, mi fu assegnata, ogni qual volta che venivo a passare le settimane di vacanza da scuola ad Assisi, era una stanza che poi passò alla cronaca familiare e di paese (mi sembrerebbe esagerato dire “alla storia” quella con la S maiuscola) come “quella dell’Apparizione”.
La cosa avvenne prima che io nascessi e mi fu raccontata così.
Da sempre quella camera, o perché non ero ancora venuto al mondo o perchè stavo a casa con i miei genitori (prima a Pescara e poi a Napoli), era affittata ai “forestieri”, ovvero ai turisti che scendendo dai treni, di solito la sera, cercavano un alloggio a poco prezzo presso le case degli abitanti di Santa Maria degli Angeli.
Mia nonna, per intercettarli quando sciamavano dalla stazione ferroviaria verso la piazza della Basilica, si metteva con una sedia davanti al portone e questo era il segno convenuto di una disponibilità di alloggio.
Una sera, fra questi forestieri – dice il racconto – capitò una coppia emiliana, che venne a stare a casa di mia nonna.
Durante la notte, si sentìrono delle urla. I miei nonni accorsero e trovarono l’uomo inginocchiato, scosso da sussulti, che piangeva e si batteva i pugni sulla testa, cacciando ogni tanto qualche urlo mentre la donna sembrava impietrita sul letto con il lenzuolo tirato davanti agli occhi.
Dopo molto tempo, riavutosi dallo stato di choc, l’uomo raccontò che era venuto ad Assisi solo per far contenta la moglie perchè lui era ateo e comunista, iscritto da sempre al partito, e che nei santi e nelle madonne non ci aveva mai creduto. Ebbene appena si era assopito aveva visto la parete di fronte al letto illuminarsi ed in quella luce abbagliante apparire chiaramente la fisionomia della Madre di Dio.
Vedendola, l’uomo aveva cominciato ad urlare e come prima cosa era corso a strappare in mille pezzi la tessera del Partito Comunista e si era inginocchiato chiedendo perdono.
Penso fossero gli anni dell’immediato dopoguerra e l’opinione diffusa – almeno nel “popolino” – era che i comunisti perpetravano una serie di misfatti, fra i quali mangiare i bambini, e vivevano dediti alle peggiori immoralità, per cui la tessera del Partito Comunista incarnava il demonio e attestava di una vita immorale e peccaminosa. E’ naturale, perciò, che l’uomo se ne liberasse a fronte di quella straordinaria visione.
Da allora questa storia venne tramandata nel paese e, probabilmente, la versione che è giunta fino a me – che avevo meno di dieci anni quando mi fu raccontata per la prima volta – doveva essersi infiorettata di particolari e probabilmente si era ingigantita rispetto al suo effettivo svolgimento.
Fatto sta che in quella camera, detta dell’Apparizione, io ho trovato sempre grandissime difficoltà ad addormentarmi, finché una notte, appena arrivato “in vacanza” ad Assisi fui colto da una crisi di asma di tali proporzioni da costringere i miei nonni a portarmi all’ospedale dove mi fu praticata una potente iniezione di cortisone.
Da quella volta e per molti anni non fui in grado di tornare a dormire a casa dei miei nonni.
Asma bronchiale di natura allergica dovuta ad un serie di agenti patogeni quali la parietaria (la diffusissima erba dei muri), gli acari della polvere, i peli dei gatti e che subiva picchi di aggravamento e di criticità quando tutti questi agenti patogeni colpivano tutti uniti il mio apparato respiratorio.
Assisi – ed in particolare la casa dei miei nonni – risultava essere così l’epicentro del male, almeno dal punto di vista dei miei bronchi.
Non sono stato mai convinto di questa diagnosi.
Sono certo che altri fattori entrassero in gioco nello scatenare quelle crisi che, guarda caso, trovavano il loro picco assoluto a casa di mia nonna, mentre altrove bastava lo spruzzetto serale per farmi prendere sonno senza alcun problema.
Mi sono convinto, crescendo – non sono potuto andare a dormire in quella casa fino a dopo i trent’anni – che il racconto dell’Apparizione e la paura inconscia che un simile evento potesse ripetersi davanti a me mi generassero un’angoscia tale, da accorciarmi il respiro, provocarmi affanno ed infine crisi terribili di asma.
Tutta questa storia, adesso che sono alle soglie della vecchiaia, mi sembra teneramente impastata di ingredienti avventurosi e magici impressi nella mia memoria di bambino. Un bambino tutto sommato felice e spensierato.
Soprattutto Assisi che per me significava assoluta libertà. Di girare in bicicletta tutto il giorno fermandomi al passaggio a livello per aspettare i treni e vedere la locomotiva a vapore.
Assistevo estasiato, ogni volta e più volte al giorno a quella paurosa e straordinaria visione della “locomotiva che sembrava fosse un mostro strano che l’uomo dominava con il pensiero e con la mano: che ruggendo si lasciava indietro distanze che sembravano infinite, sembrava avesse dentro un potere tremendo, la stessa forza della dinamite“, come avrebbe cantato molti anni dopo Francesco Guccini.
Ma questa è un’altra storia.
nella foto di copertina: la Porziuncola di Santa Maria degli Angeli
Bella questa storia !….Belle storie come questa ! …Belle perchè offrono uno spaccato di un mondo reso da chi lo ha vissuto, quindi vero, reale e realistico , attraversato in età diverse; quindi un mondo in divenire vissuto e narrato da esistenze in divenire che quasi sempre hanno maturato la loro crescita in un altrove diverso, spesso d’impronta cittadina. E da qui saltuariamente si sono allontanati per trascorrere le vacanze in quei contesti di piccola provincia, remoti o comunque “distanti”, ove il tempo avanzava con ritmi assai più lenti, ove avevi la possibilità, non sempre sfruttata, di accarezzare un presente pazientemente presente.
Io ho avuto la fortuna di vivere questo tipo di reltà, con la piacevole sensazione, apprezzata nella maturità, d’aver vissuto sino ad una certa età due vite parallele e complementari….
Grazie Pier ….
Bel pezzo di vissuto!
Come sempre piacevole leggere e parlare con Pierluigi!
Bello! Leggendo ho pensato…in quella stanza non ci dormirei…