“ Il profumo ha una forza di persuasione più convincente delle parole, dell’apparenza, del sentimento e della volontà.
Non si può rifiutare la forza di persuasione del profumo,
essa penetra in noi come l’aria che respiriamo
penetra nei nostri polmoni, ci riempie,
ci domina totalmente,
non c’è modo di opporvisi.”
Patrick Süskind, Il profumo
Appena ti affacci, ti viene incontro un profumo di pulito e di buono.
C’è una precisa geografia degli odori, nel negozio Baruffaldi, una gamma ampia di fragranze, che ricordano tinture tessili, cotoni, trine e corsetti ricamati; sono odori da assecondare, hai voglia che ti parlino e si appoggino sui capelli, impregnandoli di un sentore leggero.
Il naso è il più sensato dei sensi, come affermano i detti popolari, esso si collega all’intuizione ed alla memoria. Ed è proprio così in quel negozio: femminilità e solidità,
sorrisi e sguardi accoglienti di donne a braccetto con un fascino antico.
Federica e Mariangela Baruffaldi hanno diciotto mesi di differenza d’età e lavorano nell’impresa di famiglia da sempre.
Federica è diplomata all’istituto d’arte di Este e Mariangela è ragioniera.
È l’inizio degli anni ’70, l’avvento dei grandi centri commerciali stronca in poco tempo l’attività all’ingrosso, e prima che sia troppo tardi si passa alla vendita al dettaglio.
Restano i sogni di bambine cresciute in fretta: “… Da bambina avrei voluto andare via con il circo e fare la trapezista; finita la scuola avevo cominciato a tessere con un telaio grande come questa stanza, una meraviglia…” dice Federica “… poi ho dovuto smettere, e smontare il telaio perché ero sempre in negozio…”
Sono quasi gemelle, Federica e Mariangela, unite e diverse, una più estroversa e ottimista, l’altra più riservata e riflessiva, una Sagittario l’altra Cancro: “… bisticciamo, ma va bene così, alla fine diciamo la stessa cosa… Le decisioni le prendiamo insieme, il veto è raro…”
Per Federica l’immagine emblematica dell’azienda Baruffaldi sono i bottoni: “… anche se la merceria occupa un angolo ristretto del negozio, i bottoni rappresentano l’idea della preziosità del lavoro artigianale; infatti quando vengono le signore con un capo da sistemare, noi riusciamo a rinnovarlo, a trasformarlo…”.
Le due sorelle pensano alla bellezza come un valore necessario, una sorta di “equilibrio in movimento”, che consente di apportare miglioramenti continui all’attività quotidiana: e allora spot autoprodotti, presenza costante e dinamica sui social, evoluzione costante e clienti nuovi.
E i figli? Hanno preso altre strade. Fino a qualche anno fa venivano a fare i pacchetti di Natale, ma è un negozio da donne, c’era solo il papà, che stava alla cassa e raccontava le barzellette.
“Quando i figli continuano a studiare si interrompe la dinastia.”
Il bisnonno Marco ha fondato l’azienda Baruffaldi nel 1877, perché a Montagnana non arrivava niente, e ha cominciato con l’ingrosso di tutto, dalle dosi per il sapone al petrolio per i lumi, dai turaccioli al “coton distorto” per le lenzuola.
È una storia della provincia italiana di passione e lavoro, valori e tradizione, nata dalla visione di un uomo che credeva nel commercio come possibilità di servire la comunità.
Valori onorati di generazione in generazione, che hanno fatto crescere questo sogno fino a diventare una delle realtà più significative di Montagnana.
Nel mosaico umano della famiglia Baruffaldi occupa un posto importante Mariangela, che da piccola era discola e pensava al mare, che appena diplomata ha dovuto farsi forza e far di conto per l’azienda familiare “… sono del segno del Cancro, sono permalosa, ma cedo sempre. I conti devono tornare e tornano, forse ho qualcuno che mi assiste dal cielo…”
Mariangela sentiva fin da bambina il richiamo dell’arte, dei colori, della creatività; ancora oggi ricorda una particolare tintura per tessuti collocata in grande quantità nel magazzino, il bordeaux super iride; ancora adesso diventa euforica quando tocca la lana colorata.
Mariangela, che avrebbe voluto essere un’artigiana orafa e creare gioielli, oggi fotografa e dipinge, e continua a sperimentarsi nella magia dei colori tessili: “… Ho tinto tessuti anche ieri sera, sperimento con prodotti naturali nuove colorazioni.… ho ridato vita ad una fettuccia bianca, anonima, cose che dimentichiamo di proporre ai clienti…”
E parla con dolcezza del papà: “… Mio padre era un supervisore, aveva un bel modo di vendere, riusciva maliziosamente a vendere reggiseni persino agli uomini. Mia sorella Federica, lei sì che è adatta a vendere, è espansiva, assomiglia a papà, per lei è come essere sopra un palco, le viene facile… Io invece ascolto molto, vendendo un pigiama al familiare di un malato non si può non ascoltare…”.
L’arrivo dell’energia elettrica e l’avvento delle chiusure lampo sono i momenti di svolta per l’emporio Baruffaldi: epoche diverse, ma immagine invariata.
“La nostra immagine? Le mura di Montagnana, e la vittoria del calore umano sull’aridità della larga distribuzione”.
Mariangela si inorgoglisce “Federica, la mamma ed io: siamo tre donne che sono riuscite, non senza difficoltà, a portare avanti un’impresa. Baruffaldi per me è la storia di una famiglia onesta. A me piace essere Baruffaldi.”
Nel sogno di questa impresa, l’impresa di ieri e quella che verrà, si respira leggerezza. È la capacità di guardare la profondità delle cose senza sentirne il peso. Il lavoro di Federica e Mariangela Baruffaldi in fondo è quello di risolvere la complessità con semplicità. E la semplicità è un traguardo difficile fatto di creatività, responsabilità e umanità. E questi sono i valori in cui oggi credono le sorelle Baruffaldi.
le foto sono di Fulvio Mantoan