Passava ogni giorno sotto la mia finestra.
Alzava lo sguardo, mi fissava per pochi secondi, poi procedeva dritto, fiero.
Mi ricordava un corteggiamento d’altri tempi, nonché di altri luoghi.
Non l’avevo mai visto, sebbene tempo addietro mi fossi sentita osservata, senza capire da chi, mentre mi occupavo di certe faccende.
Ci misi non troppo tempo a capire che colui che mi aveva seguita furtivamente era lui, che ora pavoneggiava lungo la strada che fiancheggiava la mia casa.
La stessa scena si ripeteva ogni giorno: affacciata per fumare una sigaretta, lo vedevo arrivare, a volte solo, a volte accompagnato, che mi volgeva gli occhi fieri per pochi secondi.
La cosa mi faceva sorridere. Non avevo mai avuto un “corteggiatore di Licodia”.
Da dove veniva, da quale pagina della letteratura se ne era uscito?
Il nostro incontro quotidiano, all’incirca verso le sei di sera, divenne consueto, molesto direi.
I suoi occhi, mi resi conto, brillavano al sole.
Come me fumava e il fumo volava verso la mia direzione.
La situazione era certo ridicola…
Giorno dopo giorno mi resi conto di attenderlo, un appuntamento fisso.
Non sapevo dove mi avrebbe portato quel desiderio, che cresceva, lasciandomi senza redini quando pensavo a lui.
Un giorno, era domenica, non passò a piedi.
Vidi un’auto che arrivava lenta lungo la strada, e il suo collo proteso verso il parabrezza, per incontrare il mio viso.
Non fui certa di quella che avevo visto, ma il cuore batteva.
È così gli appuntamenti alla finestra cominciarono a cambiare di orario.
Circolava spesso, per la mia via, quella vettura, soprattutto di sera…
Non sapevo trattenermi e sempre più spesso mancavo agli impegni familiari per aspettarlo.
Era una lunga attesa, un’agonia, un sogno fuori dal tempo, dalla realtà.
Era riuscito, e mai lo avrei creduto, a farmi cedere!
Una notte lo sognai.
Mi svegliai affranta, e capii che mi ero lasciata trasportare dal gioco di un uomo evidentemente molto più esperto di me.
Ero caduta nella sua trappola.
Non lo avrei più aspettato, guardato, desiderato. Mai più.
Passò, dopo un po’ di mesi, una sera d’estate.
Mi chiese di scendere…
Una portiera si aprì.
Il gioco del lungo corteggiamento era finito.
Foto di Henry Cartier Bresson
Il tempo sospeso è il contributo più efficace all’erotismo. Una storia erotica e sensuale, tratteggiata con maestria. Meriterebbe un premio ad un concorso letterario. Originale la foto scelta. Complimenti
Grazie…