L’ipermercato che frequento abitualmente, il lunedì mattina è abitato soprattutto da coppie. Uno dei due, più spesso l’uomo, impugna un foglietto con la lista. L’altro va ai cestelli, infila il guanto per prendere frutta e verdura e quello che impugna la lista tace e controlla l’operazione con lo sguardo.
Io giro spavaldo, solo e senza lista. Provo a ricordare la cose da comprare. E’ una delle tante prove che giornalmente misurano, senza alcuna pretesa di scientificità, la tenuta del mio apparato mentale: il punto in cui mi situo in un lotta all’ultimo sangue con l’Alzheimer – del quale allo stato non presento alcun sintomo.
Mi dirigo ai “biscotti” e prendo Macine e Krumiri, vado ai panificati e prendo i Nuvolatte e i Panfette, due cartoni da sei di uova e due confezioni di bacon, una scatola di Tè, una bottiglia di spremuta di arancia, aggiro i cestelli della carne e del pesce – quest’ultimo non lo compro mai il lunedì – e vado spedito verso i surgelati.
Mi fermo davanti al banco delle pizze che hanno sullo scaffale posto sopra di loro, le salse di tutti i tipi.
Guardo, scorro lo scaffale, leggo le etichette. Ketchup e Maionese. Mi concentro. Ma a quel punto, proprio lì davanti, succede che improvvisamente realizzo: loro non ci sono, nessuna di loro due stasera mi chiederà “papà hai comparto la maionese?” e tutta la mia concentrazione di quel momento, con lo sguardo lanciato sopra le pizze è assolutamente inutile.
Loro due sono via. Lontane. Sono in montagna. Da sabato.
Solo ieri sera, domenica, sono riuscito ad entrare nella loro camera. Vuota e silenziosa. Ho aspirato forte l’odore di loro che è rimasto nell’aria. Ho scacciato il magone.
Con la mamma ci ripetiamo il mantra dell’autonomia dei figli che si costruisce così, per esperienza diretta: perchè su questo argomento i buoni propositi declinati ad un futuro che si sposta nel tempo non servono e le chiacchiere stanno a zero.
Ma il vuoto resta. E senza alcuna vergogna reciproca abbiamo sistemato al centro del letto due peluche: una tigre bianca ed un coniglietto verde.
L’ipermercato mi sembra adesso un luogo privo di ogni interesse.
Faccio la fila. Pago. Metto le buste in macchina. Torno a casa.
Mia moglie lavora.
Il magone cresce. Ed allora decido di scrivere.
Pier, vivo da quasi un anno questo vuoto. I miei due sono andati a convivere, una e poi l’altro. Crescono ma nelle loro camere hanno lasciato un pezzo di anima. Per me