OPERA IN CONCORSO
“L’ultimo laccio”
di Claudia Saba
Il letto è tutto insanguinato.
Lui l’ho studiato in quella posizione, immobile come una pietra.
Dopodiché l’ho fatto a pezzi.
Mi ci è voluto un giorno intero perché i pezzi erano piccoli.
Li ho portati in bagno e, uno dopo l’altro, li ho fatti scendere dallo sciacquone tenendo da parte ossa e cuore.
Era iniziato tutto due giorni prima.
Lui camminava velocemente sul marciapiede.
Volutamente lo avevo
spinto facendolo cadere a terra.
Convincendolo, con uno stratagemma, a salire da me per scusarmi di quell’incidente.
Aprendo la porta di casa pregustavo già la scena finale che avrei portato a termine più tardi.
Versai del cognac in due bicchieri e quando mi voltai lui non c’era più.
Lo trovai dietro la porta della mia camera da letto. Nudo.
Uno spiraglio di luce proveniente dalle persiane semiaperte illuminava la sua carne lucida e scura.
Quasi senza rendermene conto, me lo ritrovai dietro le spalle.
Qualcosa di freddo mi premeva sul fianco.
Mi voltai di scatto.
Fu allora che vidi brillare la lama di un coltello.
Cercai di allontanarlo con forza spingendolo verso il letto.
Poi indietreggiai aspettando una sua reazione che non arrivo’.
Mi avvicinai a lui, immobile, sul letto pieno di sangue ed un coltello conficcato nel petto.
Mi sdraiai sul letto e buttai giù l’ultimo sorso di cognac direttamente dalla bottiglia.
Sprofondai dentro un labirinto pieno di mostri fino a quando il sonno intorpidì ogni parte del mio corpo.
Alle prime luci dell’alba la scena era proprio come l’avevo immaginata.
Spettrale e muta come il silenzio eterno della morte.
Ho raccolto le ossa racchiudendole dentro un marsupio.
Ho indossato un paio di occhiali scuri dirigendomi verso il Parco come ogni mattina.
Ho acceso una sigaretta, ripensando all’ultimo viaggio di quell’uomo senza cuore che non aveva avuto tempo di riconoscermi.
Ma io lo conoscevo bene l’uomo senz’anima che aveva rubato la mia azienda, mia moglie, i miei figli.
Tutta la mia vita.
Ho lanciato le sue scarpe nel lago che attraversa il parco.
Insieme al cuore, l’ultimo laccio ancora attaccato al mio destino.
Commenta per primo