Il silenzio circonda il mio giardino. Una falena danza attorno alla fioca luce che sovrasta la mia sedia.
Solo lei ode il parossismo della musica , io ne gusto solo le movenze, la pizzica invasata di chi vede in quella tenue luce il suo sole.
L’osservo mentre godo della brezza che sale dal mio mare. Mi somiglia. Già, una falena. Sì, ho le ali anche io. Ma non splendono come quelle di una farfalla in pieno giorno. Le mie sono ali d’ ombra, anzi di ombre, perché si agitano al vento della sera.
Nel sistemare un cassetto pieno di documenti ho trovato due foto. Le ho portate con me, fuori, a rigirarle fra le mani mentre il mondo è impegnato nei riti del sabato sera.
Troppe le assenze nel registro degli affetti. E stasera pesano. Tanto. Tutte. Al punto che ho guardato davanti a me e ho detto:- Accomodati pure, siedi qui, Madama Solitudine. –
E lei non aspettava altro. Acquattata in fondo al mio giardino è apparsa, senza attendere l’ invito, mi si è seduta di fronte.
Regale, non invadente, compagna ideale quando si trova il tempo per aprire lo scrigno dei ricordi. E stasera in quello scrigno ci sei tu, papà. Nelle foto che stringo fra le mani.
In due scatti fermato il tempo. La gioventù a uscire gagliarda dagli occhi, dal sorriso, a prorompere da una cornetta.
Il magico :Tu, tu ,tu, del ritornello ” occupato” di quando il telefono era occasionale strumento di dialogo e non il surrogato del vivere quotidiano.
Ora Madama Solitudine ha lo sguardo di mio padre. Siamo di fronte, come tante volte lo siamo stati. Mai in complice silenzio, sempre oppositivi, refrattari ad un dialogo sereno. Sono stata sempre io a sfidarlo e lui sempre pronto ad ammonirmi.
-Cosa c’è stasera fra noi, papà? Oltre questo vento, questo Silenzio, questo senso di incompiuto che sento dentro di me?-
Belli i tuoi occhi mentre mi guardano. No , non ti somiglio. Anche se il Silenzio di questa notte d’estate ci rende uguali, vicini, privilegiati conoscitori di un amore che non percepisce il limite della morte, anzi , in essa ha sublimato se stesso.
Madama Solitudine lo sapeva quando ha chiesto alla falena di danzare per me.
Madama
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Non si è mai soli quando ci fanno compagnia i ricordi. E anche una falena può bastare per fare memoria di un genitore indimenticabile. Brava Marina, intensa e appassionata come sempre. Grazie per questa maliconia, che sa di estate.