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Mariangela

Era una di quelle giornate indecise di fine autunno e mi lasciavo portare senza una meta precisa attraverso una città indaffarata di fine settimana.

Mi sembrò di vedere aperto il Teatro Comunale e come sempre restai attratto da quelle penombre e da quei tendoni rossi vellutati,così entrai con una certa timidezza.

Tutta la sala era piena di giovani sicuramente studenti dell’ultimo anno che seduti ascoltavano una Signora che in piedi di fronte a loro parlava piano, con passione, accompagnando le parole con il movimento armonioso delle braccia.

Era Mariangela Melato.

Mi avvicinai cercando di non disturbare, quando la Melato si rivolse verso di me e abbozzando un mezzo sorriso mi chiese: “Perché non ti siedi?”.

Dopo un attimo di imbarazzo per il piacere di trovarmi di fronte l’attrice che più ammiravo, trovai subito subito una poltroncina libera e presi posto.

La Signora Melato mi apparve subito come una donna di straordinaria bellezza e la sua voce mi giunse così leggera, accurata, direi gentile che non potei fare a meno di seguire il monologo, attratto dalla sua persona e dalla sua magnifica voce.

La sera prima in quello storico teatro aveva recitato la Medea di Euripide.

Una tragedia così complessa ed articolata che non potei fare a meno di seguirla incantato attraverso i suoi vari sviluppi, la conquista del Vello d’Oro e lo sfortunato amore per l’eroe Giasone. Rappresentò con intensità il doloroso atto quasi soffrendo ancora una volta e rinfacciava con veemenza l’atroce inganno subìto quando Giasone con ipocrisia e mancanza di coraggio l’aveva ripudiata sposando Glauce.

Non ho mai visto studenti così attenti, così presi dall’amore perduto di Medea tanto che la stessa Melato ci apparì stanca e addolorata come la tragica Medea.

Anzi anche noi tutti soffrimmo e gioimmo per ogni sua frase,ogni sua parola,ogni suo respiro,eravamo con Medea anche nella fase più crudele e cruente della storia narrata.

Quando tutto ebbe termine ci alzammo in piedi, applaudivamo e qualcuno gridò: Brava!

Ero dominato da una totale ammirazione ed un incondizionato apprezzamento per una così brillante attrice.

La Signora Melato si era prestata alla richiesta di un Preside a rappresentare in forma più accessibile, attraverso spiegazioni ed esempi pratici la moltitudine di allegorie comprese nella tragedia di Euripide.

Così i mitici eroi greci attraverso le parole della Signora Melato diventarono persone,uomini comuni con tutti i loro pregi e difetti, persone che si amano e si tradiscono,si sostengono e si odiano. Su tutti aleggiano le dee dell’Olimpo – Era, Atena, Afrodite – le quali mettono nel selvaggio cuore di Medea l’amore per il bellissimo giovane Giasone.

Poi, la Signora Melato ci tenne a mettere in evidenza la differenza tra il barbaro ed il greco acculturato ed il rapporto di genere tra la tradizione antica di Medea ed un Giasone tutto proteso verso una esigenza di emancipazione sociale.

Ieri come oggi l’eterna lotta tra il passato con tutte le tradizioni ed il divenire in cui l’emancipazione sociale porta inevitabilmente verso il progresso e la civiltà.

La dolcezza ed il garbo della Melato li porto con me e dentro di me per sempre così come quel mattino ordinario che divenne, non previsto, un illuminante giorno di conoscenza e di sapere.

Pubblicato inGenerale

1 commento

  1. enrichetta monari enrichetta monari

    Sono felice di leggere un commento così convinto e sincero. Ci fossi stata avrei provato le stesse emozioni. Grazie!

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