Che meraviglia quest’alito di vento che entra dalla finestra!
Sono fuggita dalla cucina, già troppo calda.
Ho cercato un rifugio, perché mi sento stanca.
La luce è intensa, qui, lontano dai rumori e dalle inutili voci dello schermo.
Preferisco il cinguettio, il tubare delle tortore.
Mi ricordano il mio vecchio giardino, che mi pareva immenso.
Immenso nel verde delle piante, a nuovo fiorite.
Mi tentano, questi gridi, alla voglia di rivederlo, seduta ad ascoltarti.
Una panchina, ed io e te.
Ma cosa c’era di più stupefacente?
Un giardino, dove un riccio pauroso muoveva le foglie, e teneva salde le sorti, le mie le tue le nostre.
Le tue mani, pudicamente poggiate sulle ginocchia, il tuo sorriso, riso, voce sincera che vibrava nella mia anima.
Ma cosa c’era di più vero?
Una lumaca a mangiare le foglie, un gatto a giocare nell’erba, un pettirosso, che tu credevi tuo, perché tornava sempre a cercarti.
E la luce, che nel tempio rosato del crepuscolo ci faceva vicine, fresche, nell’aria della sera.
Ma cosa c’era di più grande?
È splendido il mio giardino quando mi ricordo di te.
Nell’immagine: foto dal web.
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