Sono una grande amante degli animali.
In particolare dei gatti, per indole, e perché ne tengo con me e li conosco bene,.
Ma non faccio differenze. Li ritengo proprio tutti speciali, per mille motivi.
Ad averli come amici, ti rendi conto di quanto affetto hanno da offrire.
E soprattutto sono buffi. Ciascuno a loro modo, con pose che suscitano tenerezza e un gran moto dell’animo che arriva dal profondo.
Mia madre, essendo io tendenzialmente seria nell’espressione, diceva di me: eccola, quando vede i suoi gatti, allora sì che sorride!
Una volta vi lessi addirittura dell’amarezza, quasi a dire: sei felice di vedere loro e non me?
Ovviamente no, non si trattava di questo. Il fatto è che di fronte a loro le mie preoccupazioni per un po’ spariscono e il mondo si fa più luminoso. Come il mio viso.
Al solito bar “da Vale”, dove mi fermo spesso, ci sono tre cani.
Sono tutti trovatelli o comunque adottati per svariate ragioni, dall’abbandono al rifiuto.
L’ultima arrivata, Mimì, tutta nera, è particolarmente bella ed elegante, ma molto vivace.
Vale e sua moglie, due volte al giorno, il mattino e il pomeriggio, puntualmente, li legano al guinzaglio e vengono trascinati, non viceversa!, alla passeggiata…
Al ritorno, per un po’ li lasciano liberi, davanti al bar, a scorrazzare tra i clienti, ma onde evitare che tutti li ingolfino di patatine, dopo poco li portano in casa, sul balcone, che affaccia sulla piazza.
Ed è lì che avviene qualcosa di fenomenale.
Allo scoccare delle 12.00, e poi delle 18.00, suonano le campane della chiesa locale poco distante.
Mimì corre nell’angolo della balaustra, allunga il collo verso il campanile e comincia ad ululare come una matta…
Di seguito gli altri, dietro di lei, più piccoli, più goffi, rigorosamente in fila, attaccano lo stesso lamento.
E non la smettono finché i rintocchi non si fermano.
La prima volta che li ho sentiti ho riso tanto.
Ed è sempre un piacere, quando sono li, assistere allo spettacolo.
Immagine tratta dal web
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