Entrò infreddolito e stanco in quel bar avvolto dal fumo delle sigarette. Al banco un gruppo di uomini allegri che brindavano alzando i bicchieri sempre pieni. Si sedette ad un tavolo e intanto osservava la gente. Si fermò come accecato alla vista di una ragazza dagli occhi chiari, luminosa che gli regalò un sorriso, semplice, aperto. Come incantato da lei si avvicinò al suo tavolo. Lei non parlava l’italiano, ma lui si fece capire ugualmente. Uscirono nella nebbia fitta e lei correndo lo incitava a prenderla, rideva e il suo viso arrossato dal freddo era una dolce mela croccante. Il sole giocava a nascondino dietro gli alberi, mentre lei sussurrava il suo nome. La raggiunse ansimando, lei tenera si appoggiò ad un albero mostrando la sua bocca calda e avida dei suoi baci. Tra i sospiri e le carezze quel bosco li vide amarsi, cercarsi e ritrovarsi. Calpestavano le foglie secche mentre ritornavano, abbracciandosi e poi staccandosi , già innamorati.Un giorno lui poi parti, lo segui lo sguardo disperato di lei, il suo grido quando l’auto piano si allontanò. Lui nei suoi occhi conservò quella tristezza, i suoi biondi capelli e quella esile figura che aveva stretto per poco tra le braccia.
La luce dell’est saliva in quella gelida mattina, un sole pallido aveva il tiepido calore del suo viso mentre gli chiedeva di restare.
Natalya
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