Salta al contenuto

Nunca màs

24 marzo è l’anniversario del golpe militare in Argentina del 1976, ma è soprattutto il giorno della memoria per i desaparecidos in Argentina.

« Prima elimineremo i sovversivi, poi i loro collaboratori, poi i loro simpatizzanti, successivamente quelli che resteranno indifferenti e infine gli indecisi. »
(Jorge Rafael Videla)  

Il generale Videla, il 24 marzo 1976, prende il potere con un colpo di Stato, sospendendo la Costituzione ed assumendo la presidenza del paese attraverso la formazione e la direzione di una Giunta militare, insieme al generale Orlando Ramón Agosti ed all’ammiraglio Emilio Eduardo Massera, con funzioni di Corte suprema e di Procura generale.La guerra sporca (in spagnolo: Guerra Sucia) fu un programma di repressione violenta attuato in Argentina con lo scopo di eliminare qualunque forma di protesta e di dissidenza nel paese, organizzato e condotto, nel periodo intercorrente tra il 1976 ed il 1983, dalla Giunta militare argentina, capeggiata da Jorge Rafael Videla e dai suoi successori Roberto Eduardo Viola, Leopoldo Galtieri e Reynaldo Bignone.
Essa fu caratterizzata dalla massiccia violazione dei diritti umani e civili nei confronti della popolazione con l’utilizzo di metodi quali la privazione della libertà senza procedimenti giudiziari, la tortura, gli omicidi e le sparizioni; durante questo periodo, oltre alle migliaia di persone incarcerate, vi furono circa 2.300 omicidi politici e circa 30.000 persone scomparvero.Decine di migliaia di persone, sospettate di appartenere ad organizzazioni studentesche, sindacali, politiche o che si ritenesse potessero svolgere una qualsiasi attività che interferisse con la politica marziale della Giunta militare furono arrestate, torturate e segretamente uccise, creando il fenomeno dei desaparecidos, letteralmente “persone fatte scomparire”, ossia coloro che, una volta sequestrati, non risultavano nei registri dei commissariati di polizia o delle autorità militari e di cui era impossibile ricevere notizie, anche in merito ad un eventuale decesso; queste persone subirono, in centri di detenzione clandestina, abusi, violenze e torture e di circa 30.000 di loro non si seppe più nulla.L’escalation della repressione portò, nei periodi successivi, a colpire non solo attivisti politici o dissidenti dichiarati del regime ma anche chi avesse semplicemente, anche in modo indiretto, simpatizzato per una qualsiasi associazione a carattere sociale, umanitaria o studentesca e di conseguenza a “scomparire” furono anche persone che di fatto non erano state coinvolte in alcun modo in attività contrarie al regime.
Le vittime di questa ondata di morte furono riconosciute solo a seguito della dichiarazione di morte presunta, ottenuta dalle Madri di Plaza de Mayo, con l’appoggio dei movimenti per i diritti umani, tra i quali Amnesty International, nel 1983, che consentì, due anni dopo, l’apertura di procedimenti penali avverso gli appartenenti alla Giunta militare

Pubblicato inGenerale

Commenta per primo