C’è una parte mancante in quella foto che ho sempre davanti agli occhi.
Eravamo in due, ora sono sola.
Strappata.
Gesti sciocchi, che si fanno quando il dolore trema, sconfina, non è sopportabile.
Sì, gesti simbolici, quasi a dire: perché?
Già, non ho compreso, e l’abbandono mi ha resa orfana, senza riferimenti, persa dentro quell’oblio che tu hai voluto impormi, senza avvisarmi.
Ho scoperto che non ero importante. Che era stato facile infliggermi una ferita che non potrà chiudersi, risanarsi.
Toccata nel profondo, tagliata in due tre mille pezzi, difficili ora da rimettere insieme, navigo tra il passato remoto e prossimo, che ci vedeva insieme.
No, non ho capito, non ho accettato, ma dovrò farlo.
Dovrò smettere di piangere, colmare un vuoto, cancellare memoria, rimuovere sentimenti, emozioni.
Dovrò essere nuova, e girare una pagina che mai avrei creduto non fosse scritta per sempre.
Non è poco il tempo da ricostruire.
Dovrò credere, purtroppo, che nessun valore aveva il bene che ti volevo.
E pensare che le tue parole non avessero un peso.
Sarò nuova, ma mancherà fino alla fine un tassello di pelle, quello che tu mi hai rubato, lasciando al suo posto una cicatrice.
Foto di Diane Arbus
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