Quando mi vesto, voglio essere sola.
Sola! A porte chiuse!
E’ un rituale scegliere il vestito, indossarlo, ammirarmi.
E vedere che no, meglio di no…
Prenderne un altro, provarlo, scartarlo.
L’umore scende: tutto mi sta male. Un altro chilo di meno e ce la posso fare a sentirmi come prima.
Prima quando?
Abito, gonna e maglietta, pantaloni e camicetta? Non so cosa mettere, non ho niente da mettere!
Possibile che, persi cinque chili, ancora i fianchi siano così larghi, la pancia leggermente, troppo, visibile? Tutta la ciccia lì? Addensata, condensata. Maniglioni di grasso che prendo tra le dita, disgustata da me stessa.
Gambe magre, slanciate, quasi stecchite: tutto sarebbe perfetto se….
Ne provo un altro mentre lui aspetta, già vestito in cinque minuti, forse quattro, due.
Eppure l’ho avvertito, ho gridato: “non sono pronta! Mi ci vorrà del tempo! Aspetta a prepararti!”
Ma è bastato sentisse che io chiudevo la porta del bagno, concluso il trucco, che ha cominciato a indossare jeans e maglietta, che stanno sempre bene, a lui…
Ecco, sale il nervosismo, mi mette fretta, ansia… Come sempre!
Di corsa provo qualche altra mise, distribuendo nel letto tutte le possibilità, creando confusione, che detesto.
Di corsa, mi vedo male, poco soddisfatta. Faccio le prove, davanti allo specchio: seduta sul letto, conto i rotoli. Un conto è rimanere in piedi, altro è sedersi.
Sì, le magliette troppo attillate dovrei buttarle. Mica è come prima.
Prima quando?
Sento i suoi passi, si è alzato dal divano, impaziente, e mi mancano pure collane e bracciali.
Mi dice sempre che devo essere bella, ma non aspetta…
Quante cose inopportune in questo armadio, mi dico, non ci starò mai più dentro a tanti indumenti, inutile sperare ancora…
Lui mi chiama…
Crisi di nervi: indosso i soliti jeans, la solita maglia larga.
Esco dalla stanza. E guardandomi lui si chiede perché io ci abbia messo tanto a…
Ma prima o poi ce la farò! Attendo ancora prima di buttare tutto.
Immagine dal web
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