25 NOVEMBRE 2021
Quel NO che cambiò la storia
Franca aveva un viso da bambina e una volontà ferrea.
Nella Sicilia degli anni’60 bastava poco per perdere la reputazione. Era sufficiente il pettegolezzo di una comare oppure un sorriso di troppo alla persona sbagliata. La “ moralità “era un concetto fragilissimo e le donne, spesso, pagavano a caro prezzo quello che veniva considerato sbaglio, errore, leggerezza, mai amore. Baciarsi era considerato un tabù, figuriamoci un rapporto sessuale, se poi da questo nasceva un figlio, quella donna era marchiata a vita con una parola infamante “ PUTTANA “. L’orrore era che la sua condizione la esponeva al libero disprezzo e tanti si sentivano autorizzati ad approfittarne.
Nel 1965 Franca Viola disse NO, dopo essere stata sequestrata e stuprata da un piccolo delinquente del paese che non voleva accettare il suo rifiuto ad essere corteggiata. La regola delle nozze riparatrici fu sovvertita da una sedicenne coraggiosa, fu lei, una ragazza siciliana a dire, pubblicamente :- Piuttosto che sposare lui, mi uccido. Non ebbe paura Franca dei pettegolezzi, né si piegò all’usanza barbara delle nozze obbligate. Aveva subito una grave violenza e lo Stato dovette difenderla. Per la prima volta, finì in galera il violentatore e la vittima cambiò, col suo coraggio, quella regola mai scritta ma imperante, che condannava le vittime a sposare chi le aveva violentate. Quando ci fu la sentenza di condanna, tutte le donne siciliane esultarono; era l’inizio della loro emancipazione, si riprendevano la libertà di scegliere chi volevano loro e una legge fu cambiata grazie alla determinazione di quella ragazza che disse NO, convintamente.
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