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Quella porta

OPERA PRESENTATA

Quella porta di Anna Pisapia

É ancora lì il portone, attaccato a quel muro sbilenco, coi suoi calcinacci e le croste di intonaco che sembrano strati di una torta. É ancora lì la porta dei sogni.
Ormai è un vecchio portone che i ragazzi prendono a calci quando gli tirano contro il pallone durante gli assolati e interminabili pomeriggi d’estate.
Una volta quella era la porta della mia vecchia scuola. Ora ce n’è una nuovissima proprio lì accanto, costruita da poco, con un bellissimo tetto e tante finestre grandissime piene zeppe di disegni dove entra il sole ed escono i sogni colorati dei bambini. La mia invece aveva il tetto malandato e qualche volta ci pioveva dentro, con gran felicità di noi bambini che, di nascosto dalla maestra, facevamo i salti dentro la pozzanghera per vedere chi faceva gli schizzi più lunghi.
Ci si divertiva davvero con poco.
C’erano quei grossi banchi di legno in cui i mingherlini affondavano mentre i ragazzi più grossi, i ripetenti, stavano stretti proprio come il grembiule che avevano addosso.
Era tutto vecchio e grigio, forse solo antico, a ripensarci oggi. I cartelloni colorati ai muri invece portavano un po’ di allegria e io li guardavo con occhi di meraviglia, A come ape, E come elica, I come imbuto, O come ombrello, U come uva. Dopo venivano le consonanti. Che bei ricordi!
E poi c’era lei, che non era nemmeno bella. Era bionda e portava gli occhiali. Era zoppa, aveva una scarpa più alta dell’altra e camminava barcollando. Ma io l’ho amata tantissimo.
Una volta fui ammalata per molti giorni e quando tornai mi accolse con un “Finalmente sei tornata!”
Mai ci fu accoglienza più bella di quella. Quella piccola grande donna, dalle mani e gli occhi pieni di amore mi ha insegnato che i sogni esistono e vivono nei libri che ci leggeva e nella musica che ci faceva ascoltare con il suo mangiadischi arancione.
Ci sono luoghi che sono ricordi e ritornarci non serve a niente. Ma quando ho voglia di tornare bambina, vado davanti a quel portone, chiudo gli occhi e sono felice.

Pubblicato inLuoghi del Cuore

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