Senza fine
Tu sei un attimo senza fine
Non hai ieri
Non hai domani
Tutto è ormai
Nelle tue mani, mani grandi
Mani senza fine
Gino Paoli
Con il mio Amore sono andato a spasso per Venezia.
Senza meta. Senza cellulare. Senza mappa e senza Google Maps.
E mi sono, ci siamo persi. In una Venezia assolata e attraversata da un vento fresco e dolcissimo che ci ha accarezzato con voluttà mentre ci perdevamo in sottoportici e lungo il canale, guardando le facce abbronzate e virili di fruttivendoli e uomini di fatica che sfidando ogni legge della fisica tirano sù per le scale carrelli stracolmi di tutto, senza sforzo o fastidio.
Senza incontrare troppi turisti ma solo forestieri sensibili che mollemente, come noi, indugiavano su botteghe e negozi di artigiani delle maschere, bacari e osterie, sollevando lo sguardo, di volta in volta, su distese di panni stesi al sole dai balconi dei palazzi popolari che salutavano e ci sorridevano. Senza ritegno. Senza vergogna.
Senza tempo. Mai e per nessuno come per me, la vita non ha tempi stabiliti, programmi adatti “all’età”, sincronie acquisite, consessi abitati da persone simili, pratiche offerte alle persone in pensione e aged. Sono padre di bambine della primaria e anche nonno di giovanotti adolescenti.
Senza pensarci prima mi sono trovato a vivere una vita che non è della mia età, ad abitare sentimenti e passioni travolgenti che mi lasciano stordito ogni volta, con il cuore che sembra scoppiarmi.
Senza rimpianti. Ho trovato l’amore e il sogno d’amore con una donna senza tempo: giovanissima e consapevole della propria fragilità come possono essere consapevoli di ciò che c’è e di ciò che manca le persone lucide e determinate come lei. Quelle persone che sono disposte a vivere qui ed ora, certe che la passione di un’ora può valere più di una vita intera se trascorsa a difendersi per non perdere il controllo, la stima della gente, il programma di vita, l’album di famiglia, l’immagine patinata e borghese di tutti quelli che non sono mai usciti “fuori dal seminato”.
Senza paura. Io di paure ne ho avute fin troppe: del vuoto, del fallimento, della noia, del tradimento. Vivendo, ho capito che non c’è un amuleto o un giuramento che ti preservi da esse. Mi accompagna adesso la certezza che tutto questo splendido sogno finirà, le luci si spegneranno, rimarranno lacrime e bisogni, qualche insegnamento e un pacchetto di valori: vivi il tuo sogno come se ogni giorno fosse l’ultimo, grida contro le ingiustizie e le prevaricazioni, stai dalla parte dei deboli, degli oppressi, degli indifesi.
Senza. Ognuno, nessuno escluso, può rivendicare di non avere o di non essere ciò che desiderava. Ciascuno di noi è un “senza” in giro per il mondo. Io no: ho avuto tanto, delle volte anche troppo e ci pensavo proprio ieri, a Venezia, con la mia Donna che è la più bella del mondo, a passeggiare senza meta e senza tante altre cose delle quali si può fare a meno.
Senza fine. Proprio come dice la canzone
Sono seduta in macchina. Anche io un Senza. Ma poi leggo e mi ubriaco, io che il vino non posso berlo più. Mi ubriaco della bellezza delle parole ed è meglio che nessun vigile mi faccia il test etilico. Grazie. Immenso.
L’hai detto tu stesso, Pier,…tu sei senza.
Senza tempo. Sei giovane. Sei un papà. Sei un nonno. Sei ieri e sei domani. Vivi il tuo tempo tra le calle e i vicoli di questa vita!