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Solo la bellezza

Gli capitava di essere molto stanco.
Non solo per il duro lavoro, ma anche perché il mondo attorno sembrava cadere a pezzi.
Toglieva gli occhiali, li appoggiava sulla scrivania, e prendeva la testa fra le mani.
Cercava di capire cosa potesse fare, di fronte al disastro che si prospettava.
La gente, spaventata dalle notizie, era sempre più chiusa in se stessa.
Come automi, gli uomini e le donne si muovevano senza sorridere, a fatica si guardavano in faccia e si salutavano.
Forse erano la preoccupazione e il continuo stato di terrore ad opprimerli.
A fatica, tutti cercavano una distrazione, tentando di fare finta di nulla.
Ma le facce erano tese, il nervosismo evidente, la sfiducia lampante.
E allora lui, che aveva creduto, che si era affidato ai libri, allo studio, e aveva amato letterati e filosofi di tutti i tempi, si sentiva impotente.
Chi li avrebbe ascoltati, ancora, questi uomini illustri, pensatori e visionari?
Chi poteva avere voglia di leggere, se la vita si rovesciava improvvisamente, si scatenava contro?
Eppure, affidarsi ai poeti, lui lo sapeva, avrebbe potuto essere l’unica via di uscita.
Sì, i poeti, i veri sognatori, portatori di saggezza, di messaggi messianici.
Poeti calmanti, con le loro trame di parole senza tempo.
E così lui cercava, tra le pagine, cosa proporre al suo pubblico, per rinvingorirlo, renderlo di nuovo partecipe, combattivo.
Ne trovava tanti di pensieri, di versi che potevano funzionare, ma poi…
Davvero chi lo avesse letto lo avrebbe capito? Non si sarebbe chiesto, costui, perché proporre parole d’amore, di felicità, di speranza, di fronte al baratro che si avvicinava?
Come far comprendere che solo la bellezza poteva far vincere la battaglia contro il nemico invisibile della paura?
Un giorno si convinse, valeva la pena rischiare.

Pubblicò la poesia che più lo aveva commosso, nella sua ricerca:

La speranza è un essere piumato
che si posa sull’anima,
canta melodie senza parole
e non finisce mai.
La brezza ne diffonde l’armonia,
e solo una tempesta violentissima
potrebbe sconcertare l’uccellino
che ha consolato tanti.
L’ho ascoltato nella terra più fredda
e sui più strani mari.
Eppure neanche nella necessità
ha chiesto mai una briciola – a me.

Emily Dickinson

Immagine dal web.

Pubblicato inAmore

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